Cuccioli avvelenati a Crotone

CROTONE – L’Enpa – Ente nazionale protezione animali – ha denunciato l’avvelenamento, di diversi cani nel comune di Mesoraca. Si tratta di animali randagi ma anche di cani di proprietà.

L’avvocato Giuseppe Trocino presidente della sezione Enpa Crotone, ha richiesto anche l’intervento del Prefetto di Crotone affinché coordini la gestione degli interventi da effettuare e, al contempo, monitori il fenomeno attraverso l’attivazione di un tavolo di coordinamento, nel rispetto di quanto previsto dall’ordinanza ministeriale del 12 luglio 2019.

«Purtroppo il fenomeno degli avvelenamenti – si legge nel documento – è un problema di sanità e incolumità pubblica in quanto, oltre a rappresentare un rischio per gli animali domestici e selvatici, comprese le specie in via d’estinzione, costituisce un grave pericolo per l’ambiente e per l’uomo, in particolare per le categorie più a rischio quali i bambini. È ormai risaputo che la disseminazione incontrollata di esche e sostanze tossiche è utilizzata, soprattutto in alcune aree del Paese e in alcuni periodi dell’anno, come strumento doloso per uccidere animali vaganti».

Nella provincia di Crotone il fenomeno degli avvelenamenti è molto diffuso e si ripete ciclicamente, ciononostante nel corso degli ultimi trenta anni nessun amministratore pubblico è stato perseguito penalmente dalla procura della Repubblica né dalla Corte dei Conti per aver disatteso i precetti normativi e, conseguentemente, arrecato danni alle casse dell’ente amministrato. Eppure, il Ministero della salute, fin dall’emanazione della prima ordinanza nel 2008, ha indicato un percorso per contrastare il fenomeno, definendo anche la tempistica di ciascuna azione”.

L’ordinanza, prorogata e modificata negli anni, “oltre a prevedere l’esplicito divieto di preparare e abbandonare esche e bocconi avvelenati o contenenti sostanze tossiche, individua, infatti, obblighi e compiti per tutti gli attori coinvolti (proprietario dell’animale deceduto, medici veterinari libero professionisti, Sindaco, Servizi veterinari delle Asl territorialmente competenti, Istituti zooprofilattici sperimentali) affinché vengano messe in atto tutte le misure previste. Purtroppo però negli anni si è riscontrata una difformità di applicazione e in alcuni casi la totale disapplicazione della norma (es. gli interventi non sempre sono immediati e le tempistiche non sempre rispettate, ecc.)”.

Nel 2019 è stata “emanata una nuova ordinanza, prorogata negli anni successivi, che prevede nuove procedure informatizzate di comunicazione. In tal modo si garantisce un rapido inserimento dei dati, resi immediatamente disponibili per il monitoraggio del fenomeno e la possibilità di verificare la corretta applicazione delle procedure operative conseguenti alla conferma dei casi di avvelenamento”.

Infine, nel 2023, a distanza di oltre trenta anni dall’emanazione della legge 281 del 1991, “gli amministratori locali continuano a violare, impunemente, i precetti normativi emanati dal Legislatore in difesa dei nostri amici animali”.