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Rubati 138mila euro a due coniugi, condanna in solido anche per Poste Italiane

Impiegato infedele: con la condanna, in solido, anche di Poste Italiane S.p.a., si apre una garanzia per tanti risparmiatori o investitori

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PAOLA (Cs) – Con la recente sentenza di condanna del Tribunale collegiale di Paola, che ha inflitto 4 anni e 6 mesi di reclusione per peculato a un dipendente di Poste italiane che ha sottratto 138mila euro a due coniugi (patrocinati dall’avvocato Graziano Di Natale), suoi parenti, si è stabilito un principio giuridico a tutela dei risparmiatori (https://www.calabriainchieste.it/2024/02/21/aveva-rubato-138mila-euro-a-due-coniugi-condannato-dipendente-dellufficio-postale/).

Difatti, con la condanna, in solido, anche di Poste Italiane S.p.a., si apre una garanzia per tanti risparmiatori o investitori.

In particolare si è riconosciuto l’esercizio dell’attività finanziaria, portata avanti da Poste Italiane S.p.a., quale attività d’interesse pubblico.

In sintesi, la società sarà tenuta a risarcire, in solido, con l’autore del reato, tutte le volte che verranno distratte somme investite in attività di risparmio.

Il principio giuridico è di notevole rilevanza perché pone, in capo alla società, la responsabilità civile per i danni patrimoniali e non, cagionati ai clienti.

Recentemente, com’è noto, il Tribunale ha dichiarato F.A. colpevole e, ritenuta la continuazione tra i fatti contestati, lo ha condannato alla pena di anni quattro e mesi sei di reclusione, oltre al pagamento delle spese processuali.

Ha poi applicato a F.A. le pene accessorie dell’interdizione perpetua dai pubblici uffici e dell’incapacità in perpetuo di contrattare con la pubblica amministrazione.

Lo stesso Tribinale ha ordinato la confisca delle somme depositate sui c/c bancari o postali, di titoli di Stato, di titoli azionari ed obbligazionari, certificati di deposito, buoni postali, libretti di risparmio e/o di deposito, quote di fondi di investimento, polizze assicurative sulla vita o comunque di altri strumenti finanziari e/o assicurativi intestati o nella disponibilità dell’imputato F.A., fino alla concorrenza della somma di euro 103.000,00 costituenti il profitto del reato.

Ha poi disposto, qualora in fase di esecuzione della confisca non fosse possibile rinvenire l’intero importo del profitto del reato, la confisca per equivalente dei beni immobili e/o mobili registrati intestati o comunque nella disponibilità di F.A., fino alla concorrenza della somma di euro 103.000,00.

Ma v’è dell’altro. Come sopra evidenziato, il Tribunale ha condannato F.A. e il responsabile civile Poste Italiane s.p.a., in solido fra loro, a risarcire i danni patrimoniali e non patrimoniali subiti dalle costituite parti civili A.P. e M.A. da liquidarsi in separato giudizio civile, nonché alla rifusione delle spese sostenute dalle medesime parti civili che liquida in complessivi euro 2.500,00, oltre rimborso spese nella misura del 15% ed I.V.A. e C.P.A (se dovuti), come per legge.

F.A. dovrà poi risarcire i danni subiti dalla costituita parte civile Poste Italiane s.p.a. da liquidarsi in separato giudizio civile, nonché alla rifusione delle spese sostenute dalla medesima parte civile che liquida in complessivi euro 2.000,00, oltre rimborso spese nella misura del 15% ed I.V.A. e C.P.A (se dovuti), come per legge.

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