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“È ancora necessario parlare di Olocausto?”

“A noi giovani costa doppia fatica mantenere le nostre opinioni in un tempo in cui ogni idealismo è annientato e distrutto, in cui gli uomini si mostrano dal loro lato peggiore”

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Un momento della cerimonia svoltasi a Paola

“È ancora necessario parlare di Olocausto?”. È una domanda tanto diffusa quanto amara e dura ne è la risposta: l’attualità, nelle sue recidive in Cecenia o nei “campi di rieducazione” cinesi, suggerisce quanto velocemente abbiamo dimenticato che “questo è stato”.
Volendo andare oltre il “perché” del ricordo, il “come” assume un’importanza non trascurabile, soprattutto nella missione di sensibilizzare noi giovani su una tematica monumentale come la Shoah. Gli studenti del Liceo Statale Galileo Galilei di Paola hanno avuto l’opportunità di incontrare dei “maestri del come”: l’autrice e giornalista freelance Sara Dellabella e l’illustratore e fumettista Alessio Lo Manto, le menti dietro il graphic novel “St. Louis. Il coraggio di un capitano”.

Grazie al linguaggio immediato ma delicato del fumetto seguiamo il viaggio del capitano Gustav Schröder, “Giusto tra le Nazioni”, da Amburgo a Cuba, dove viene respinto in America e ancora in Canada, nel tentativo di portare in salvo dalle persecuzioni 937 ebrei tedeschi. Dietro le tavole e i loro colori, mai scelti per caso, leggiamo sì una delle storie di maggior speranza del periodo del Terzo Reich, ma anche il dramma quotidiano delle ONG e degli sbarchi negati che guardiamo, per usare ancora le parole di Primo Levi, dalle nostre “tiepide case”.

Durante l’incontro, avvenuto presso l’Auditorium del Sant’Agostino, ha preso la parola, dopo i saluti della Preside Sandra Grossi, del Sindaco Giovanni Politano, e del Vicesindaco nonché Assessore alla Cultura Maria Pia Serranò, la dottoressa Valeria Puddu, storica e responsabile della segreteria didattica della Fondazione Museo della Shoah di Roma.

Tra le domande poste da noi studenti i motivi dietro alcune scelte grafiche, le posizioni della Senatrice a vita Liliana Segre e la funzione della Memoria oggi, a quasi ottant’anni dall’apertura dei cancelli di Auschwitz.

In un momento storico in cui ci sentiamo più all’avanguardia che mai è tristemente ironico essere posti davanti alla realtà dell’odio razziale sui social o del “subdolo negazionismo” di cui ha parlato il Presidente Mattarella alla celebrazione della Memoria in Quirinale: “A noi giovani costa doppia fatica mantenere le nostre opinioni in un tempo in cui ogni idealismo è annientato e distrutto, in cui gli uomini si mostrano dal loro lato peggiore” scriveva nel suo Diario Anna Frank. È difficile in giornate così importanti non sfociare nella retorica della Memoria e del suo valore come dovere civico, ma non è retorica, quanto spesso un imperativo. Parlate di Olocausto, affinché il ricordo non muoia. E soprattutto, “meditate”.

Angelo Adduci V liceo classico “Galilei” – Paola (Cs)

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