Accolta con grande soddisfazione dal Partito socialista di Cetraro la decisione del Tribunale del riesame, di revocare la misura cautelare all’ex consigliere regionale, ex sindaco e oggi consigliere comunale Giuseppe Aieta.Per il gruppo Noi con l’Italia: «La giustizia ha riconosciuto il diritto di Giuseppe Aieta ad essere un libero cittadino in attesa del processo».
Ma andiamo con ordine.
«Non vi erano dubbi che la posizione di Giuseppe Aieta, di cui conosciamo la condotta politica ed amministrativa, improntata a serietà e rigore, sarebbe stata subito chiarita dall’organo del riesame, che oggi gli restituisce la possibilità di rientrare in Calabria – commenta il Psi di Cetraro in una nota – Ciò però non cancella il tormento, insopportabile, per un rappresentante delle istituzioni, come Giuseppe Aieta, che ha sempre improntato il suo agire politico a principi di legalità e trasparenza.
Per i socialisti di Cetraro «ricorrere alle misure cautelari anche quando non si ha piena evidenza della colpevolezza, in particolare per le ipotesi di reato inerenti l’attività politica e della pubblica amministrazione, è divenuta una prassi sempre più frequente, spesso non condivisa dagli organismi giudiziari superiori.
Ciò non fa altro che creare un clima di confusione e disorientamento nei cittadini che si aspettano, invece, soprattutto da parte della magistratura inquirente, rigore, ma anche maggior discernimento e cautela».
Intanto a Giuseppe Aieta che «per anni ha militato nel nostro partito e con il quale abbiamo condiviso una lunga stagione di impegno sociale, di progresso e di lotta al malaffare, giunga l’abbraccio degli amici socialisti e, ne siamo certi, di tanti cittadini che lo aspettano per rinnovargli la propria gratitudine e riconoscenza per ciò che ha fatto per la propria comunità, nei vari ruoli istituzionali ricoperti».
Anche Noi con l’Italia esulta per il ritorno di Aieta a casa: «Uomo probo e politico onesto»
«La sentenza del Tribunale del Riesame di Catanzaro, autorizza chiunque non sia pervaso da odio pregiudiziale nei confronti dell’accusato e genetico talento giustizialista a ritenere che questo sia solo il primo e sostanziale riconoscimento dell’estraneità ai fatti di corruzione, truffa e falso, per come presupposti dalla Procura di Paola a carico di Giuseppe Aieta – esordisce il coordinatore locale di Noi con l’Italia sezione di Cetraro, Pino Losardo – in occasione della campagna per l’elezione 2020 del consiglio regionale».
«Già due settimane fa, questo Partito aveva pubblicamente espresso la sua più completa fiducia nell’operato della Magistratura e nel rispetto dei princìpi di garanzia del diritto della persona, su cui si fondono i diversi gradi del nostro processo penale. Nel contempo, sostenemmo di non aver alcun dubbio che Giuseppe Aieta avesse affrontato queste tappe giudiziarie con la serenità e la compostezza dell’uomo probo e del politico onesto, indisponibile al ricorso di metodologie illegittime per l’ottenimento del consenso elettorale. Manifestiamo, pertanto, tutta la nostra contentezza per questo primo positivo responso della Magistratura e partecipiamo, affettuosamente, alla scontata soddisfazione dei familiari per una onorabilità già riconosciuta dalla Giustizia e alla gioia di un ricongiungimento con un familiare, al quale si è profondamenti legati».
Noi con l’Italia auspica che Aieta «riprenda la sua attività politica e amministrativa in un momento in cui il nostro Comune vive uno stato di decadenza istituzionale, economica, sociale, culturale, come mai si era verificato nella sua lunga storia democratica e repubblicana. La nostra città ha assoluto bisogno di riemergere dall’abisso in cui è sprofondata in questi due anni e mezzo di consiliatura. Non può essere consentito che il governo della cosa pubblica sia lasciato nelle sole mani di amministratori inadeguati e sprovveduti. Senza una incisiva e costante opera di controllo e denuncia da parte delle opposizioni consiliari – conclude Losardo – alle quali sarebbe giusto imputare, in tal modo, le responsabilità di una democrazia mutilata nelle sue fondamenta e, ancor più, la compartecipazione ad un processo di distruzione della vita di una Comunità che, ormai rassegnata e silente, la si vede affrontare il suo futuro senza un faro che le illumini il cammino».
Fiorella Squillaro
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