Home Calabria Affidamento diretto e anomalo all’Utc: il caso sarà discusso al Tar

Affidamento diretto e anomalo all’Utc: il caso sarà discusso al Tar

A questo punto De Luca si chiede: «Per quali ragioni si è provveduto a tale frazionamento? Perché è stato deciso di non espletare una gara con tutti i crismi della trasparenza e buona e limpida amministrazione?»

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Il Comune di Amantea

Il Comune di Amantea ha affidato un incarico di cinque mesi (per un importo di 138,3673 euro) a un professionista presso l’ufficio tecnico manutentivo. Un affidamento giudicato poco chiaro, tanto da essere portato all’attenzione del tribunale amministrativo regionale della Calabria, e dove sarà discusso il 15 febbraio prossimo.

La denuncia a mezzo stampa è dell’ex candidato alle recenti amministrative Andrea De Luca, il quale, sulla vicenda, ha sollevato alcuni interessanti interrogativi.

«Per il caso in questione – ha evidenziato De Luca – al Comune di Amantea, guidato da Vincenzo Pellegrino, è stato ordinato dal Tar Calabria (ordinanza numero 00070/2023 Reg. prov. coll. numero 01673/2022 reg. ric.) di fornire un’esaustiva relazione sui fatti di causa che hanno determinato l’affidamento diretto e tutta la documentazione inerente la procedura di affidamento, per soli cinque mesi».

Certamente, per come evidenziato da de Luca «non può essere espresso nessun giudizio di legittimità sull’operato, lo farà il Tar Calabria il 15 febbraio, ma alcune valutazioni di buon senso e di efficienza amministrativa possono certamente essere avanzate».

In tal senso, va detto che «il servizio tecnico manutentivo nella complessa e disastrata realtà del Comune di Amantea non può certamente essere per soli cinque mesi. Ciò significa, in termini amministrativi, frazionare un lavoro di 12 mesi e dribblare il codice dei contratti che per importi superiori ai 140 mila non consente un affidamento diretto. Loro si sono fermati infatti ad euro 138.500. Se si moltiplica l’ammontare mensile di euro 27.700 per 12 si avrà un appalto annuo a montante ad euro 332.400 (compreso oneri sulla sicurezza ed oltre Iva). È un chiaro e limpido esempio di frazionamento».

A questo punto De Luca si chiede: «Per quali ragioni si è provveduto a tale frazionamento? Perché è stato deciso di non espletare una gara con tutti i crismi della trasparenza e buona e limpida amministrazione?».

Una gara “vera”, espletata secondo i dettami del codice degli appalti «avrebbe certamente garantito delle economie sostanziose da utilizzare per il nostro martoriato territorio. Invece la formula prescelta – ovvero l’affidamento diretto, giusta determinazione 682 dell’ 8 novembre 2022 – è stato aggiudicato con un ribassone dello 0, 1% sul prezzo a base d’asta di euro 137.500 oltre euro 1.500 per oneri sulla sicurezza non soggetto a ribasso».

Il Comune, quindi, «ha ottenuto su 137.500 euro un ribassone di ben 137,50 euro (dicasi centotrentasette/50 euro). Euro 137,50 su euro 137.500 la dice tutta sulla bontà dell’affidamento diretto e della scelta operata. Difficile trovare in giro per l’Italia un appalto, anche se diretto, con un ribasso simile».

La strada seguita, per De Luca «non è certamente condivisibile indipendentemente dal giudizio del Tar. Appalti e procedure di gara non devono lasciare dubbi e/o perplessità. Noi non abbiamo dubbi, ma tante perplessità e tante riserve. Vedremo il giudizio di merito del Tar e vi terremo informati».

Stefania Sapienza

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