Alcuni lidi

“Cogliamo l’occasione per ribadire che il diritto Ue richiede che le norme nazionali, sui servizi, assicurino la parità di trattamento degli operatori, promuovano l’innovazione e la concorrenza leale, e proteggano dal rischio di monopolio delle risorse pubbliche”. Lo ha riferito all’Ansa un portavoce della commissione Ue dopo il via libera della commissione Bilancio e affari costituzionali del Senato alla proroga di un anno delle concessioni balneari. A Bruxelles si ricorda come una procedura d’infrazione contro Roma sia già aperta a causa del mancato rispetto della direttiva Bolkestein e ulteriori rinvii non migliorino la situazione.

In particolare, dopo l’ennesima proroga delle concessioni, l’Unione Europea (nel 2020) ha avviato il procedimento di procedura di infrazione ai danni dell’Italia. “In questo modo saranno i cittadini a pagare le scelte irresponsabili di tutti i governi, che hanno deciso di far prevalere gli interessi illegittimi dei concessionari rispetto all’interesse nazionale, che vorrebbe la fine di un regime di proprietà privata di fatto su un bene pubblici prezioso come il mare e le spiagge. Abbiamo più volte provato a spiegare i rischi che stavamo correndo, ma non abbiamo ricevuto ascolto. Nonostante questo, resta ancora, rinnovata, la nostra disponibilità a partecipare ad un ragionamento con le istituzioni a tutti i livelli per ridiscutere le linee guida per una gestione degli arenili rispettosa della Natura e dei diritti dei cittadini”.

Nel documento, in particolare, era stato evidenziato come “la Commissione ha deciso di inviare una lettera di costituzione in mora all’Italia in merito al rilascio di autorizzazioni relative all’uso del demanio marittimo per il turismo balneare e i servizi ricreativi (concessioni balneari). Gli Stati membri sono tenuti a garantire che le autorizzazioni, il cui numero è limitato per via della scarsità delle risorse naturali (ad esempio le spiagge), siano rilasciate per un periodo limitato e mediante una procedura di selezione aperta, pubblica e basata su criteri non discriminatori, trasparenti e oggettivi. L‘obiettivo è fornire a tutti i prestatori di servizi interessati – attuali e futuri – la possibilità di competere per l’accesso a tali risorse limitate, di promuovere l’innovazione e la concorrenza leale e offrire vantaggi ai consumatori e alle imprese, proteggendo nel contempo i cittadini dal rischio di monopolizzazione di tali risorse”.

 

 

 

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