Home Calabria Autonomia differenziata, “colpo di grazia alla sanità calabrese e al Sud”

Autonomia differenziata, “colpo di grazia alla sanità calabrese e al Sud”

La mobilità sanitaria conferma la forte capacità attrattiva delle Regioni del Nord, cui corrisponde quella estremamente limitata delle Regioni del Centro-Sud

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COSENZA – “L’autonomia differenziata è il colpo di grazia alla sanità calabrese e del Mezzogiorno”. E’ la denuncia del medico Cosmo De Matteis, presidente nazionale emerito del Sindacato Medici italiani (Smi).

“La pandemia da Covid avrebbe dovuto generare un grande ripensamento di un modello di sistema sanitario e una sua maggiore statalizzazione, superando le inefficienze delle regioni a partite da quelle meridionali e della Regione Calabria. Si ritorna, invece, a una proposta che non tiene conto di cosa sia successo in questi due anni di pandemia“, denuncia De Matteis.

E aggiunge: “Il covid 19 è stato arginato solo grazie all’azione di coordinamento dello Stato! Siamo contrari, per queste ragioni, a qualsiasi ipotesi che metta in pratica uno stravolgimento dell’ azione redistributiva dello Stato legata alla fiscalità generale e alla gestione in toto, senza più una compartecipazione nazionale, alle regioni di servizi come quelli erogati dalla sanità. La sanità deve tornare ad essere un diritto per tutti i cittadini del Paese”.

Poi snocciola dati e crifre: “In questo senso la fondazione Gimbe ci ricorda nel suo rapporto, di qualche giorno fa, che la mobilità sanitaria conferma la forte capacità attrattiva delle Regioni del Nord, cui corrisponde quella estremamente limitata delle Regioni del Centro-Sud, visto che nel decennio 2010-2019, tredici Regioni, quasi tutte del Centro Sud, hanno accumulato un saldo negativo pari a 14 miliardi di euro. Le cinque Regioni con saldi negativi superiori a 1 miliardo sono tutte al Centro-Sud: Campania (- 2,94 miliardi), Calabria (- 2,71 miliardi), Lazio (- 2,19 miliardi), Sicilia (- 2 miliardi) e Puglia (- 1,84 miliardi).Bisogna invertire questa tendenza alla desertificazione sanitaria del sud e della Calabria interrompendo i viaggi della speranza per motivi di salute verso il Nord del Paese”.

E conclude, accendendo i riflettori sulla Calabria: “Nella nostra regione sono decine gli ospedali che sono stato chiusi negli ultimi dieci anni, con intere province, come quella di Cosenza con un solo nosocomio. In Calabria è ormai difficile farsi soccorrere dal 118, così come incominciano ad essere sempre di più le zone senza medici di famiglia. Per queste ragioni occorre fermare l’autonomia differenziata, perché ne va di mezzo la salute dei cittadini calabresi e il carattere universale del nostro Servizio Sanitario Nazionale”.

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