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Superbonus, Ance lancia l’allarme: «Affossa famiglie imprese»

Bruno Bossio: «L’intera filiera del settore delle costruzioni viene condotta in una crisi irreversibile»

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: per i nuovi interventi non sarà più possibile ricorrere alla cessione del creditoo allo sconto in fattura; e gli enti pubblici non potranno più acquistare i crediti. Questa stretta posta dal governo sul superbonus ha generato tante polemiche.

Per l’Ance, vengono «affossate famiglie e imprese». In particolare, «se il Governo blocca l’acquisto dei crediti da parte degli enti pubblici, che si stanno facendo carico di risolvere un’emergenza sociale ed economica sottovalutata dalle amministrazioni centrali, senza aver individuato ancora una soluzione strutturale, migliaia d’imprese rimarranno definitivamente senza liquiditàe i cantieri si fermeranno del tutto con gravi conseguenze per la famiglie», spiega la presidente Ance, Federica Brancaccio.

«Spero che si tratti di un errore. Non posso credere che il Governo pensi di fermare il processo di acquisto dei crediti da parte delle Regioni senza prima aver individuato una soluzione strutturale che eviti il tracollo», prosegue la Brancaccio. «È da ottobre che aspettiamo di capire come si pensa di risolvere una situazione che è diventata drammatica: non ci rendiamo conto delle conseguenze devastantisul piano economico sociale di una decisione del genere». Sullo stesso avviso è anche la componente della direzione nazionale del Pd, Enza Bruno Bossio: «Il blocco del superbonus da parte del Governo è una scelta irresponsabile. Lo stop alla cessione dei crediti genera forti danni sociali ed economici. Migliaia e migliaia di imprese vengono mandate sul lastrico e i loro lavoratori dipendenti rischiano il licenziamento».

Senza considerare cheBreunoi Non si possono cambiare le regole mentre la partita è già in corso, mettendo oltretutto in discussione diritti acquisiti. Questa giravolta, oltre a rendere poco credibile il Governo, alza il tasso di inaffidabilità della pubblica amministrazione, perché appare come una prova di quanto possano apparire carta straccia leggi approvate dal Parlamento e provvedimenti emanati dal Governo stesso».

Sarebbe auspicabile che «sia la contrattazione con le parti sociali che le iniziative che necessariamente dovranno essere assunte nel Parlamento e ad ogni livello istituzionale, possano consentire l’immediato ripristino di misure che diano certezze e garanziesul pregresso e possano ragionevolmente razionalizzare la programmazione futura».

A questo fine «sarebbe auspicabile che il presidente della Regione Calabria,Roberto Occhiuto, assuma una iniziativaaffinché la Conferenza delle Regioni possa chiedere la immediata revoca del decreto-beffa approvato ieri dal Consiglio dei Ministri».

 

 

 

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