Le ricerche del sottomarino

L’imponente sforzo di ricerca e salvataggio del sommergibile Titan, diretto al relitto del Titanic più di 4 giorni fa, è entrato nella sua fase più critica. Per il ritrovamento del mezzo, e dei 5 membri dell’equipaggio, resta una sola notte a disposizione prima che le scorte di ossigeno, secondo le stime, si esauriscano (scrive Agi).

Sebbene i funzionari della Guardia Costiera americana abbiano ribadito di essere “fiduciosi”, sottolineando il continuo coinvolgimento di risorse ed esperti all’operazione, la sfida di localizzare e recuperare il sommergibile appare sempre più ardua e difficile.

Nonostante molte speranze siano riposte ancora nei sonar capaci di captare indizi sonori a grandi profondità. «A volte ci si trova nella posizione di dover prendere una decisione difficile. Non siamo ancora a quel punto», ha dichiarato il capitano Jamie Frederick, aggiungendo che la missione di ricerca e salvataggio rimane attiva “al 100%”.

Le operazioni di salvataggio – che comprendono il dispiegamento di aerei militari statunitensi e canadesi, navi della Guardia Costiera e robot teleguidati – si stanno concentrando nell’Atlantico settentrionale, in prossimità di quelle zone in cui di molteplici “rumori sottomarini” sono stati rilevati tra martedì e mercoledì. Rumori che fanno sperare come i passeggeri della piccola imbarcazione turistica possano essere ancora vivi, anche se gli esperti non sono stati in grado di confermarne la provenienza. “Non sappiamo cosa siano, a essere sinceri”, ha detto Frederick, “ma dobbiamo rimanere ottimisti e fiduciosi”.

Il Titan ha iniziato la sua immersione nella giornata di domenica e sarebbe dovuto riemergere sette ore dopo, secondo la Guardia Costiera statunitense. L’imbarcazione, lunga 6,5 metri, ha interrotto le comunicazioni a meno di due ore dall’inizio del suo viaggio volto a osservare da vicino i resti del Titanic, che si trova a più di due miglia (quasi quattro chilometri) sotto la superficie dell’Atlantico settentrionale.

Il sommergibile trasportava il miliardario britannico Hamish Harding e il magnate pakistano Shahzada Dawood e suo figlio Suleman, anch’essi di cittadinanza britannica, oltre al Ceo dell’azienda, Stockton Rush, e l’operatore francese Paul-Henri Nargeolet.

Harding aveva scritto sul proprio profilo Instagram che, quella del Titan, doveva essere l’unica missione sottomarina dell’anno a causa del maltempo e delle condizioni avverse registrate nella zona in cui e’ affondato il Titanic.

Autonomia fino a mezzogiorno di oggi

Lo ha riferito il comandante della Guardia Costiera Usa, Jamie Frederick in conferenza stampa, precisando che a bordo ci sono “razioni limitate” di cibo e acqua. Le scorte d’aria sono sempre meno: ormai l’autonomia è fino a mezzogiorno di oggi.

I soccorritori impegnati nelle ricerche del batiscafo hanno sentito dei colpi ogni 30 minuti e quattro ore dopo i dispositivi sonar dispiegati nella zona hanno rilevato altri segnali regolari, ma “le ricerche hanno avuto esito negativo, ma continuano” si legge in un tweet della Guardia Costiera

Un aereo canadese P3 ha anche individuato un oggetto rettangolare bianco nell’acqua, ma una nave destinata a indagare è stata dirottata per aiutare a rilevare il feedback acustico.

Il Titan, scomparsa domenica mentre era in rotta verso il Titanic, aveva abbastanza ossigeno per far respirare i cinque membri dell’equipaggio per circa 96 ore.

In una conferenza stampa, il capitano Jamie Frederick della Guardia Costiera americana ha sottolineato che l’operazione di ricerca è “molto complessa” e copre fino a 7.600 miglia quadrate (circa 20.000 chilometri quadrati), un’area più grande dello stato del Connecticut.

Inoltre, è stato istituito un centro operativo a Boston per coordinare gli sforzi di Stati Uniti, Canada e della società proprietaria del sottomarino, la OceanGate Expeditions, specializzata in spedizioni sottomarine in acque profonde.

Durante la conferenza stampa, Frederick ha elencato il numero di risorse messe a disposizione per le ricerche: da un aereo da trasporto militare statunitense Lockheed C-130 Hercules a un aereo canadese Boeing P-8 Poseidon in grado di rilevareoggetti sotto il mare.

Anche navi private si sono unite alle ricerche e altre navi della Guardia Costiera. Una delle maggiori difficoltà nelle operazioni di salvataggio è che, anche se il sommergibile viene trovato, sarà molto difficile portarlo in superficie perché la maggior parte dei sottomarini può spingersi solo per qualche centinaio di chilometri nell’oceano.

Il relitto del Titanic, affondato dopo la collisione con un iceberg nel 1912, si trova a circa 3.800 metri di profondità e a una distanza di circa 640 chilometri dall’isola canadese di Terranova.Tra i passeggeri, c’è un ricco uomo d’affari britannico, che è anche esploratore e turista spaziale, Hamish Harding, 58 anni, amministratore delegato di una società di vendita di jet privati Action Aviation che ha sede a Dubai.

Harding è stato tra i primi a scendere nel punto più profondo della Fossa delle Marianne, il Challenger Deep, nell’Oceano Pacifico. Ci sono anche un uomo d’affari pakistano Shahzada Dawood, uno degli uomini più ricchi del suo Paese, e suo figlio Suleman, 19 anni appena, proprietari di un gruppo industriale che, nel 2022, ha avuto un fatturato da 1,2 miliardi di euro: Dawood vive con la sua famiglia nel Regno Unito e sponsorizza il Seti Institute, un istituto in California che si propone di esplorare e comprendere l’origine dell’universo. A bordo c’è anche l’esploratore francese Paul-Henry Nargeolet, 73 anni, che ha guidato diverse spedizioni al Titanic e supervisionato il recupero di molto manufatti dal relitto. E si è imbarcato anche Stockton Rush, il Ceo di OceanGate, la società che ha organizzato la missione, e che si fa pagare fino a250mila dollari ciascun partecipante (nessun sedile, ci si siede per terra a gambe incrociate) e che non richiede, agli arditi, alcuna esperienza di immersione (come spiega il sito web del tour operator)

Intanto, è buio pesto anche su cosa possa essere accaduto. Le ipotesi sono le più disparate: un black-out che ha fatto saltare le comunicazioni, un cortocircuito che ha innescato un mini-incendio a bordo, che potrebbe aver danneggiato non solo i sistemi operativi (ma anche generato fumi tossici).

O anche il natante, sospinto dalle correnti, è rimasto impigliato tra i detriti del Titanic. Di certo, se il sommergibile è ancora intatto e non è imploso, quelli a bordo oltre a rischiare di rimanere senza ossigeno, quelli a bordo hanno sicuramente molto freddo e saranno in uno stato di estrema tensione.

Anche perché probabilmente sanno che trovare il sommergibile è solo il primo passo: una volta che verrà individuato – a seconda della profondità dove si trova – trarlo in superficie non sarà affatto scontato.Sarà estremamente difficile trovare il sottomarino a causa delle sue dimensioni e del fatto che si trova nel mezzo di un campo di detriti. “È come cercare una mina in un campo minato“, ha detto alla Bbc l’ex ufficiale sottomarino Frank Owen. Riferendosi alla profondità del relitto del Titanic, Owen ha inoltre avvertito che è “ben oltre” le capacità di profondità di molti sistemi di salvataggio.

Considerato inaffondabile, il Titanic colò a picco nella notte tra il 14 e il 15 aprile del 1912 dopo essersi scontrato con un iceberg: era il suo viaggio inaugurale, compiuto sulla rotta tra Southampton (nel Regno Unito) a New York. La tragedia, in cui persero la vita quasi 1.500 delle oltre 2.200 persone a bordo, da sempre affascina e colpisce l’immaginazione, tanto che la OceanGate Expeditions ha iniziato a organizzare viaggi di otto giorni per vedere il relitto adagiato sul fondo oceanico.

 

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