CATANZARO – Francesco Abbruzzese alias “Dentuzzo”, classe 1970, è stato assolto dalla Corte di assise di appello – “per non avere commesso il fatto” – in ordine all’omicidio di Giuseppe Romeo, avvenuto il 15 luglio 1999 in Cassano allo Ionio.

E’ quanto hanno deciso i giudici di secondo grado, accogliendo le argomentazioni della difesa dell’imputato, l’avvocato Roberta Provenzano del foro di Cosenza.

La Corte di assise di appello, presieduta dal dottor Fontanazza (a latere la dottoressa Saccà), ha stabilito che non fu Abbruzzese ad ordinare l’omicidio di Romeo, presunto uomo d’onore ritenuto vicino al clan di Leonardo Portoraro, i cui esecutori materiali furono i due pentiti Cosimo Scaglione e Pasquale Perciaccante, che in un assolato pomeriggio di quasi 30 anni fa cagionarono la morte dell’uomo caduto sotto il fuoco di una 38 magnum.

In aggiunta alle dichiarazioni dei pentiti della prima ora, in questo quarto processo di appello si era aggiunto il narrato del nuovo collaboratore di giustizia Nicola Acri, il quale aveva affermato con certezza di sapere che il mandante di que delitto era Francesco Abbruzzese, nell’ottica di una strategia stragista che lo voleva capo indiscusso della sibaritide.

Enorme la soddisfazione dell’avvocato Roberta Provenzano che, raggiunta telefonicamente, si è così espressa: «Non si possono costruire sentenze di condanna sulle dichiarazioni dei pentiti ad orologeria, quando le stesse non mostrano i requisiti richiesti dalla suprema corte.

La lettura serena, terza ed imparziale della carte processuali ha ristabilito da parte della assise catanzarese la verità dei fatti».

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