Clemente e Giacco

AMANTEA (Cs) – Si accende sempre di più lo scontro politico in territorio amanteano. Scontro che, purtroppo, scaturisce – ancora una volta – da un post riportato su un noto social e che ha avuto come protagonisti l’ex presidente del “Laboratorio delle idee», Silvio Clemente e il Partito democratico, di cui è segretario Enzo Giacco.

Il primo, infatti, in un post ha scritto: «Che il centrodestra si organizza ci sta.In verità tanti di centrodestra sono anche nella maggioranza che amministra la città. Inutile nasconderlo. Il centrosinistra\Pd? Semplicemente non esiste. La foto del Pd è: 4 amici al bar da tanti, troppi anni ormai».  

Una riflessione che non è piaciuta agli esponenti della coalizione di centrosinistra.

Il circolo cittadino del Partito democratico, infatti, ha scritto: «Vi raccontiamo la verità su Silvio Clemente. Volevamo desistere dal rispondere alla reiterata provocazione da parte dello stesso. Eccezionalmente, abbiamo deciso di dedicargli un momento di effimero».

Lei, Clemente, «è una persona indisponente perché pur di fare lo “spadaccino” sui social offende tutte le donne e gli uomini della comunità del Partito Democratico di Amantea. Ma, ancor di più, lei è un ingrato. Perché, in tempi non sospetti, (nella primavera 2022) il Circolo le fece una “apertura di credito” indicando la sua persona come candidato a primo cittadino e riconoscendole pubblicamente autorevolezza, competenze ed esperienza».

E, ancora: «Lei – dal 2020 fino alla notte prima della presentazione delle liste (maggio 2022) – ha ingannato il Pd e le altre 5/6 persone che le avevano dato credito, sostenendo di avere un progetto politico e una variegata rosa di candidati. Ha vuotato il sacco solo alle due di notte di venerdì 13 maggio (entro le ore 12 del giorno dopo si sarebbero dovute presentare le liste). Ma dei candidati vantati non vi era traccia».

Neppure «il minimo sindacale (12 persone) per presentare una miseria di proposta elettorale. Otto candidati (compresi i due/tre del PD) in due anni di lavoro. A poche ore dalla presentazione delle liste ci siamo ritrovati senza candidati (nonostante le sue farlocche rassicurazioni), senza mezzo documento da depositare, senza neppure una traccia di programma elettorale! Abbiamo in quel momento evitato polemiche, nonostante il suo misero tentativo di far ricadere su altre dinamiche (la candidatura del Segretario in extremis con la lista “Cambiamo rotta”) la mancata presentazione della sua lista! Avrebbe dovuto semplicemente fare ammenda».

Avrebbe dovuto «dire la verità, perché alle due di notte ha così tuonato: “non ci sono le condizioni. Accompagnatemi alla macchina”. Ha preferito fare altro. Oggi, però, con una ingratitudine che va oltre l’umana comprensione e decenza, si concede il lusso di apostrofare la comunità che lei ha penalizzato con la menzogna sistematica e che nei suoi confronti ha commesso l’unico errore di essere leale come “quattro amici al bar”».

Infine: «Le piaccia o non le piaccia, il Pd è una comunità di donne e uomini che non fa politica solo sui social e che non si mobilita solo a ridosso di una elezione. Lo abbiamo abbondantemente dimostrato. La battuta sui “quattro amici” avremmo dovuta farla noi il giorno dopo il fallimento del suo tentativo a maggio 2022. Non lo abbiamo fatto per rispetto di chi le aveva dato credito. Quel rispetto che lei non dimostra di avere nei confronti della nostra comunità. Continui pure con le sue provocazioni. L’importante è che la gente sappia davvero da quale pulpito viene la predica e chi è che partorisce certe sortite».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it

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