E’ da una informativa del raggruppamento operativo speciale dei carabinieri della sezione anticrimine di Salerno, datata 29 aprile 2021, che affiora uno spaccato di Calabria terrificante.

Uno scenario che fa registrare anche “un ampio sistema di corruttela giudiziaria nell’ambito del quale si dipanavano vicende in cui erano coinvolti magistrati, avvocati, professionisti, imprenditori ed esponenti della criminalità organizzata, tracciando così i contorni di uno sconcertante scenario intriso di illegalità e corruttela in parte rientrante in una sottesa regia riconducibile a logge massoniche deviate”.

E’ quanto viene riportato a verbale, qualche anno fa, nell’ambito dell’inchiesta sul giudice Marco Petrini, con soggetti destinatari di provvedimenti custodiali i quali rendevano pure dichiarazioni auto ed etero accusatorie.

E’ in tale contesto che s’inseriscono le “ulteriori ed attinenti” dichiarazioni ottenute il 25 novembre del 2016 dal collaboratore della giustizia Cosimo Virgiglio.

Quest’ultimo, infatti, “ben delineava e collocava temporalmente lo scenario in cui si muovevano appartenenti alla ‘ndrangheta, alla massoneria e alla sfera politica, economica e giudiziaria, scandendo i nomi e le aree d’influenza dei vari soggetti interessati, nonché le interazioni tra logge “pulite” e “coperte”.

A verbale, tra l’altro, Virgilio dichiara testualmente: premetto che io ero un massone, maestro venerabile. Nella massoneria ero entrato a Messina, appena finita l’università tra il 1990 e il 1993, all’interno del Goi. Nello stesso periodo sono entrato a far parte del “Sacro Sepolcro”. Sono stato sacrato in quel periodo, nel 1997-1998, all’interno della chiesa Sant’Anna del Vaticano, mentre, nel 2002 sono dovuto rientrare per forza nella massoneria riconosciuta, nella Gran Loggia dei Garibaldini d’Italia a Vibo Valentia.

Proprio la città di Vibo Valentia è l’epicentro della massoneria sia legale che di quella c.d. deviata. All’interno di questa Gran Loggia io sono divenuto maestro venerabile, mentre il prof. G. F. era gran maestro, così come lo è anche oggi; era un commercialista e insegnante di matematica, il figlio è un noto penalista; lui era il gran cerimoniere a livello mondiale della “Casa Madre d’Inghilterra”. La sua è una tradizione di famiglia che era iniziata con il padre Pasquale, carabiniere, il quale aveva una Loggia anche a Crotone. Devo precisare che le mie conoscenze si fermano al 2009 ovvero fino a quando non sono stato arrestato.

Una Loggia tra le più potenti a Vibo era la “Morelli”, retta da un Petrolo, mentre la Loggia dei Garibaldini d’Italia è una delle più riconosciute e spendibili. Quando sono divenuto maestro venerabile mi è stata affidata la Loggia “Eroe dei Due Mondi a Reggio Calabria, sempre sotto la Loggia del prof. G. F.; io ero arrivato fino al nono grado “Piramide Iniziatica”, Cavaliere Eletto, grado molto importante; in Sicilia avevamo anche il generale P. e S., quello che aveva realizzato una polizia parallela.

Nel 2003 ho iniziato S.M. al quale abbiamo affidato il “maglietto” della Loggia Pitagora di Crotone, il Tempio era a Rocca di Neto, dove aveva trovato un ristorante. Il Tempio di Vibo era il Palazzo Francica, a piazza Morelli, dove di fronte abitava il prof. F.; a Crotone le persone venivano iniziate a Capo Colonna, sotto la colonna.

Gli appartenenti alle Logge regolari erano tutti professionisti, avvocati, medici etc., mentre le Logge Coperte erano formate da due filoni: il primo quello dei “sussurrati all’orecchio”, persone che rivestivano delle cariche istituzionali e per questo non potevano essere inserite nelle liste segnalate alla Prefettura; i secondo filone era quello dei “sacrati sulla spada”, soggetti con precedenti penali di vario genere, compresi ‘ndranghetisti, ovvero i “rispettosi del Vangelo di Giovanni”, loro si reputano infatti Angeli di Dio”. Viriglio spiega, poi, che della Loggia coperta facevano parte l’avvocato G.P., il magistrato (ex, ndr) G.C., E.S. e il capitano E.B.; quest’ultimo era ben visto dall’ambasciatore Ugolini. L’avvocato G.P. aveva una doppia appartenenza, una “pulita” con il Goi del distretto catanzarese e poi una Loggia coperta, “sussurrata”; lui aveva rapporti con quelli della Loggia di Petrolo di Vibo.

A Catanzaro il carismatico era P.T. mentre A.T., l’avvocato, era molto vicino a G.C., aveva il Tempio Coperto a Praialonga, in un villaggio turistico costituito da una serie di villette a schiera. Io potevo sapere chi erano i coperti e i non coperti per le mie cariche romane, ho già riferito tutto in proposito ai vostri colleghi reggini.

Nella tornata del 1993 si decise di evitare l’ingresso dei magistrati, facendo incetta di persone a loro vicine, ovvero avvocati che li potevano avvicinare soprattutto per i giudizi di appello e cassazione perché in primo grado non si poteva far niente; da questo punto di vista P.F. era per il rispetto delle regole. I più grossi incontri tra venerabili a livello informale si tenevano a Settingiano, al ristorante l’Orso Cattivo, dove ci riunivamo da soli; non so dire se il proprietario è massone, ma noi restavamo sempre da soli all’interno del locale durante gli incontri. La Loggia dell’avvocato A.T. era una Loggia alla luce del sole; quella di P.T. era coperta, della quale faceva parte G.C.; io non ho mai avuto a che fare con l’avvocato T., mentre ho avuto a che fare con G.C. e con P.T..

L’avvocato C. teneva la “posta in mano” nella Loggia coperta, dove c’era G.P., ed era anche il Maestro Venerabile della Federazione delle varie “Ubbidienze”, un po’ il Licio Gelli, vicino al quale vi c’era P.G. di Cosenza (ex consigliere regionale, ndr), caratterizzato dal fatto che aveva i denti larghi. Nelle competizioni elettorali i candidati “massoni” venivano appoggiati dagli appartenenti segreti chiamati “Sacrati sulla spada”, ovvero criminali che facevano catalizzare su di loro i voti. Tra i “Sacrati sulla Spada” dei criminali di Vibo c’era sicuramente “zio G.M.” che faceva parte della massoneria di San Marino, c’era anche un certo L.R., bassino, che era titolare di una imbarcazione che andava alle Eolie e anche di una discoteca”.

Guido Scarpino

 

 

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