La filiale Bper di Lago

LAGO – L’ex assessore comunale Angelo De Simone, prende posizione sulla imminente chiusura dell’unica banca rimasta sul territorio: la Bper.

«Come tutti sanno – scrive De Simone – dal 24 marzo 2023 il gruppo Intesa – Bper ha intenzione di chiudere i battenti dell’unica filiale presente nel nostro comune».

Se detta chiusura dovesse effettivamente verificarsi «contribuirebbe inevitabilmente alla regressione dell’intero territorio, sia in termini sociali che economici».

In tal senso, l’ex assessore ha ricordato come «da molti anni, tra la banca e la comunità si è creato un solido rapporto di fiducia che non dovrebbe essere così bruscamente interrotto, così come non dovrebbe mancare il sostegno economico alle famiglie, alle piccole imprese e ai commercianti del territorio».

Il rischio che si sta correndo per De Simone, «è molto grave: rimanere privi di strumenti adeguati allo svolgimento delle attività, nonché orfani della rete economica e finanziaria indispensabile per uno sviluppo proficuo».

Anche se oggi «le nuove tecnologie rendono sempre meno indispensabile uno sportello, la presenza fisica di una filiale nei piccoli centri, come il nostro, è fondamentale per tutti coloro che non sono ancora in grado di abbracciare appieno le innovazioni, e non si può non tener conto delle esigenze e delle richieste dell’utenza».

In merito, poi, alla mediazione del sindaco Enzo Scanga con i vertici del gruppo Intesa, De Simone ha fatto rilevare come: «Nonostante si apprezzi lo sforzo fatto dal Sindaco per scongiurane la chiusura, che appare oramai inevitabile, non si comprende l’entusiasmo mostrato per quello che viene considerato come un risultato».

Un risultato certo, «ma di un conto sbagliato, di una logica che non quadra, che contribuisce ad accrescere quell’isolamento finanziario e amministrativo di cui Lago non ha certo bisogno, che non tiene in considerazione bisogni primari e necessità indifferibili. Invece di abbracciare l’innovazione a ogni costo, anteponendola ai bisogni umani – per De Simone – sarebbe necessario modellare la tecnologia a uso e consumo dell’utente e non viceversa».

Stefania Sapienza

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