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Convocato a testimoniare da cinque anni, ma è morto

"Fu sempre lui a essere chiamato quando furono individuati coloro che erano coinvolti nella vicenda, mi pare all'atto del tentativo di riscossione di due assegni. Purtroppo però a 60 anni, mio marito, è morto. Improvvisamente, in 40 giorni"

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Il tribunale di Prato

(ANSA) – PRATO – Dal 2018, circa una volta volta all’anno, è stato chiamato a testimoniare ad un processo nonostante sia morto da sei anni.

Il procedimento è in corso al tribunale di Prato e vede imputate due persone che, secondo l’accusa, provarono a utilizzare alcuni assegni a lui riconducibili: l’uomo tuttavia è deceduto nel 2017, l’anno successivo al presunto furto e quello precedente all’inizio del processo.

A denunciare gli episodi è la vedova dell’uomo, che spiega come sia stato “inutile ogni tentativo fatto negli anni di comunicare che il professionista è venuto a mancare”. Ogni udienza arriva la citazione per testimoniare.

“Mio marito – racconta la donna – si occupava dell’amministrazione di un’agenzia assicurativa e fu lui, dopo il furto, a presentare la denuncia. Fu sempre lui a essere chiamato quando furono individuati coloro che erano coinvolti nella vicenda, mi pare all’atto del tentativo di riscossione di due assegni. Purtroppo però a 60 anni, mio marito, è morto. Improvvisamente, in 40 giorni. A me, insieme al dolore per la perdita, è toccato il compito di sistemare tutta la parte economica con la collaborazione dei suoi soci”. Nel 2018 è arrivata la prima convocazione. Di lì una serie di nuovi atti che ignoravano la comunicazione del decesso dell’uomo. “Una sofferenza per me”, ammette la vedova. Si scusa con la donna il procuratore capo Giuseppe Nicolosi. Chiede i riferimenti del processo e spiega che “queste cose non devono accadere”. (ANSA).