PAOLA (Cs) – Le minoranze consiliari del Comune di Paola, rappresentate dai consiglieri comunali Andrea Signorelli, Emira Ciodaro, Alfonso D’Arienzo, Josè Grupillo, Roberto Perrotta e Marianna Saragò, hanno illustrato, nel corso di una conferenza stampa svoltasi oggi pomeriggio al Comune di Paola, le ragioni alla base della decisione, formalizzata durante l’ultima seduta di consiglio comunale, di abbandonare l’aula.

Andrea Signorelli si è così espresso: “Non è stata una decisione facile, visto il profondo rispetto che nutriamo verso le istituzioni e gli uomini. Ma c’è un interesse superiore da tutelare che giustifica questa nostra scelta: il bene collettivo e la cittadinanza.

Il consiglio comunale è stato depotenziato dei propri poteri e trasformato in un organismo dove non si può più discutere. Non viene rispettato quel principio di democraticità e trasparenza che dovrebbe competere a tutti consiglieri comunali”, ha detto Signorelli.

E ancora: “Che cos’altro abbiamo lamentato?”. Ecco la risposta: “L’argomento di cui al secondo punto all’ordine del giorno, ossia l’adesione alla centrale di committenza.

E’ l’ennesima volta che non si viene fornita una risposta da parte della politica, la quale delega al tecnico di turno, confondendo peraltro le questioni. In aula mi riferivo alla esigenza di individuare una centrale qualificata, come impone la legge, ma loro hanno risposto sviando i fatti.

Ricordo, a tal proposito, il comunicato del presidente dell’Anac datato 1/2/2023, quindi molto recente, che prevede per i Comuni non capoluogo di attenersi a centrali uniche di committenza qualificate, con criteri per poter appaltare con il Pnrr.

Ricordo poi, ancora, che l’Asmel consortile il 30/11/2022 ha ricevuto revoca da parte di Anac perché priva di autorizzazione.

Il Comune di Paola ha bandito gare pubbliche poi annullate in autotutela perché mancava questo requisito della centrale unica qualificata. I fatti, dunque, parlano da sé, molto più di ciò che dicono loro”, denuncia il consigliere.

E sulla vicenda del porto, Signorelli aggiunge: “La questione più importante, per la quale è stata organizzata una conferenza stampa in pompa magna, è che la convenzione sottoscritta sul porto turistico doveva necessariamente passare per il consiglio comunale, ma non è stato fatto. Chi ha firmato non aveva titolo, come dice l’articolo 412 del tuel”.

Ma v’è dell’altro.

“Manca, in consiglio comunale, l’agibilità politica, mi riferisco alla partecipazione alle varie commissioni consiliari, se consideriamo che l’apporto della minoranza poteva essere fondamentale e decisivo. Puntualmente, però, questi nostri suggerimenti vengono disattesi. Stanno portando un intero paese a sbattere contro un muro”.

Sulla tassa di soggiorno, aggiunge: “Abbiamo tenuto diverse commissioni, ascoltando le proposte di albergatori e titolari di B&B, ma nessuna istanza è stata accolta dall’amministrazione comunale”.

Sulla tari, invece, Signorelli incalza: “Sono state inviate 5mila e più bollette nelle case dei cittadini, alcune pure prescritte. Ora le prime sentenze del giudice di pace ci stanno dando ragione. Loro hanno vinto le elezioni e loro devono amministrate, ma lo devono fare per dimostrare che quel programma con il quale si sono presentati alla cittadinanza non è carta straccia. Si sono presentati con il cartello della “nuova era”, e prendono le distanze rispetto a quello che è stato, ci sono attuali amministratori che hanno votato il bilancio degli ultimi cinque anni. Credo lo abbiano fatto con determinazione e convinzione, quindi, mi chiedo: perché oggi si nascondono dietro la loro ombra?”

E’ poi la volta di Emira Ciodaro.

“La minoranza è stata derisa dal sindaco in persona”, denuncia. “Noi chiediamo il rispetto delle regole, chi rappresenta le istituzioni deve dare l’esempio: il sindaco, il presidente del consiglio, tutti, altrimenti non possiamo chiedere ai cittadini di rispettare a loro volta le regole”, denuncia.

E sul consiglio comunale ammonisce: “Gli atti dovevano essere messi a disposizione dei consiglieri comunali di minoranza cinque giorni prima, ma loro non li hanno inviati”.

E, ancora, sul punto relativo alla centrale unica di committenza: “In un atto deliberativo viene scritto “visto il parere dei revisori dei conti”, ma il parere non esiste per loro stessa ammissione. Questo è un falso in atto pubblico. Il segretario comunale ha totalmente ignorato questo, facendo votare un atto contenente un falso in atto pubblico.

Il sindaco avrebbe dovuto alzarsi e chiedere scusa perché gli atti erano viziati, ma nessuno ha chiesto scusa. Anzi, erano felici per aver approvato tutti i punti”.

Andiamo avanti.

Ciodaro aggiunge: “Stiamo assistendo da quando si sono insediati a un vilipendio della minoranza, derisa perché svolge il suo ruolo. Noi rappresentiamo una parte di cittadini che non ha votato per questa maggioranza, quindi loro offendono e deridono tutti quei cittadini. Chi amministra ha il dovere di far percepire alla città che chi vince e chi perde vanno rispettati allo stesso modo.

In conferenza di capigruppo veniamo aggrediti perché ho messo in evidenza che tale organismo senza segretario o vice segretario non può essere convocato”.

Emira Ciodaro documenta, poi, la confusione gestionale cristallizzata negli atti e nei fatti in riferimento a Documento unico di programmazione e piano strutturale comunale: “Parlano di PSC e lo confondono col PRG, termine obsoleto che non esiste da decenni, quindi hanno fatto un copia incolla con un documento di 15/20 anni fa, ed il PRG ha ripreso il posto del PSC”.

Ma v’è dell’altro. “Sul finanziamento del porto si riempiono la bocca. Ma non dicono che l’opera difficilmente sarà realizzata. Ai 20 milioni di parte pubblica (che poi diventano 16,7 milioni e non si comprende perché) devono essere aggiunti 31milioni di euro da parte di finanziatori privati. Ma senza un piano di fattibilità e un computo metrico aggiornati, senza un business plain che certifica le situazioni reali e i vantaggi economici, chi dovrebbe regalare a Paola 31milioni di euro? E’ quasi impossibile. Quindi dite la verità alla gente”, attacca il medico paolano.

E ancora: “Abbiamo gli addetti alle cooperative sociali che vengono pagati a tre ore e con piccoli acconti, una o due volte l’anno. Sono padri di famiglia.

E poi pare anche in Ecologia Oggi ci sarebbero problemi di pagamenti, mi auguro che sia una notizia non vera. Sono queste le centrature degli obiettivi della “nuova era”?”, si chiede.

E torna sul ruolo di Giovanni Politano: “Abbiamo un sindaco che presenta il suo piano programmatico e non ha detto una parola sulle case popolari, perché tanto poi danno la colpa ad Aterp. Non parlano di piano di investimenti per il recupero del centro storico, né del futuro dell’ostello della gioventù, nato per altre finalità e non per accogliere persone in difficoltà. Girano per Paola promettendo tutto a tutti e poi puntualmente non fanno nulla a nessuno. Nulla ho sentito dire sulla internalizzazione del servizio idrico, mentre sulla situazione economica dell’ente accadono cose paradossaliLe carte dicono che è tutto ok, ma l’assessore Sbano dice che c’è una tragedia, mentre il sindaco sostiene che è sì una tragedia, ma non troppo. Insomma, mettetevi d’accordo. Peraltro aspetto la risposta alla mia interrogazione: quantificate questo debito. Ma tutto tace”.

Sugli incarichi agli amici, inoltre, Ciodaro attacca: “Ma in questa città non ci sono tecnici, ingegneri e architetti, che possiedono capacità e abilità professionali di spessore, che siamo costretti ad andare a pescarli nei comuni vicini? Abbiamo dato quasi 80mila euro per la gestione dei fondi Pnrr a uno studio di Messina. Perché? Non si poteva trovare uno studio del territorio, aiutando i nostri professionisti? Possibile che i professionisti bravi sono solo a Fuscaldo e a Messina? Ma che genere di amministrazione è questa?”, sono i quesiti di Emira Ciodaro.

Che denuncia: “E’ dal 14 novembre scorso che aspetto una risposta dell’assessore Sbano su come verranno restituiti i soldi della Tari alla città, visto che non hanno ancora chiarito il metodo di restituzione di quelle somme indebitamente percepite dal Comune. Ci sono cittadini che hanno pagato interamente e attendono i rimborsi. L’assessore Sbano ha detto che ci avrebbe informati, ma a dicembre stava ancora studiando. Oggi siamo al 18 aprile e non sappiamo nulla. Hanno forse dilapidato quei soldi? Come li restituiranno alla città? Purtroppo non esiste un modo legalmente riconosciuto per restituire qui soldi. Questi sono i pasticci che combinano”.

E in tema di sanità: “Il sindaco dice d’aver centrato l’ospedale come obiettivo, ma io stamattina ho chiamato la presidente della commissione regionale sanità Pasqualina Straface la quale mi ha detto che la nota stampa da lei diffusa riferiva solo quello che era stato appreso direttamente dal commissario dell’Asp Antonello Graziano, ossia che secondo lui non si paventa il rischio della modifica del decreto Scura. Le decisioni, però sono di altri, e sono contenute nell’atto aziendale, già passato dalla Conferenza dei sindaci. E Politano che ha fatto? Ha studiato l’atto?. Lui dovrebbe conoscerlo. Non è come lui afferma, perché chi decide sull’ospedale è la struttura preposta a livello regionale che in una disamina complessiva della rete ospedaliera va a verificare lo stato dell’arte. Il sindaco, che non essendo del campo ha delle difficoltà, dice pure che tra poco l’Emodinamica ripartirà a Paola. Ma lo sa che l’Emodinamica non fa parte del polo chirurgico?

Il sindaco doveva proporre alla Regione la sua idea sul nostro ospedale, anziché farsi selfie e ricevere pacche sulle spalle.

Noi abbiamo proposto un consiglio comunale sull’ospedale per dimostrare che Paola è unita, ma stiamo ancora aspettando una risposta dalla maggioranza”.

Il capogruppo Josè Grupillo, dal canto suo, ha denunciato le anomalie amministrative legate alla delibera che contemplava un “parere dei revisori dei conti”, non allegato agli atti perché inesistente, contestando la mancata convocazione delle commissioni consiliari sulle varie questioni amministrative. Josè Grupillo ha infatti chiesto di far funzionare bene gli organismi prima di ogni consiglio comunale, sia per stabilire una sinergia con le minoranza e sia per arrivare preparati nelle pubbliche assemblee rispetto ai vari ordini del giorno.

Roberto Perrotta, infine, osserva: “Chi ricorda la scorsa campagna elettorale, ricorderà anche quei confronti in cui quasi sempre c’era una sedia vuota, perché l’attuale sindaco ha sempre preferito disertare. La campagna elettorale è la summa di tutte le espressioni che si vogliono mettere in campo in un determinato periodo”, evidenzia. “Ed è in quel contesto che vale confrontarsi, ma per farlo devi essere presente ai confronti. L’arroganza, invece, non paga mai”.

Poi aggiunge: “Capisco le difficoltà vissute da alcuni, perché quando poi si parla del passato e di quel passato si è stati protagonisti assoluti, allora diventa complicato barcamenarsi, perché poi si deve anche spiegare il perché del tradimento, e il tradimento è sempre difficile da spiegare. Insomma, non si deve dare sfogo all’arroganza, ma all’umiltà”.

Sulla seduta consiliare: “Siamo rimasti in consiglio comunale per tanto tempo, aspettando un intervento che ci potesse dare la stura per poter rimanere seduti tra quei banchi. Ma ciò non è accaduto. Ed è in consiglio comunale che si deve dialogare per risolvere i problemi.

Si può vincere e si può perdere, ma devi essere un uomo, sia che vinci, sia che perdi. I colpi bassi, che non valgono durante la competizione, figuriamoci se possono valere dopo la competizione. Chi vince non ha il diritto di lamentarsi ed ha l’obbligo di dire la verità“, è l’analisi di Perrotta, che cita anche l’opinione di autorevoli giornalisti in tema di gestione della cosa pubblica.

“Vi siete mai posti una domanda?”, chiede ai presenti. “Ma l’amministrazione comunale è a favore o contro il raddoppio della galleria Santomarco?, aggiunge. “Non lo abbiamo capito perché ogni volta che sono stati organizzati incontri, assemblee, manifestazioni ci siamo trovati senza la presenza di questa amministrazione comunale”, prende atto”.

E ancora: “Vi siete mai chiesti qual è il loro pensiero sull’ospedale? Non lo sappiamo. Una cosa sola sappiamo con certezza: lo scorso maggio erano iniziati i lavori per realizzare la strada della località “Zio Petruzzo”, di collegamento tra l’ospedale e la Statale 18,  ma loro  li hanno bloccati. Chi vuole bene all’ospedale deve dimostrarlo con i fatti”.

Quindi svela: “Hanno saputo fare solo una cosa in tutto questo tempo: inaugurare la stanza dell’ingegnere Utc Fabio Pavone. Non hanno trovato i soldi per consentire al  mezzo di una Onlus che si occupa di persone in difficoltà di operare, ma allo stesso tempo mettevano a nuovo la stanza dell’ingegnere Pavone. E l’hanno pure inaugurata in pompa magna. Che significa fare una inaugurazione di una stanza?”

L’ex sindaco accusa, poi, l’amministrazione Politano d’aver perso tanti mesi per la gestione della pratica del porto turistico, evitando pure di portare l’argomento in consiglio comunale, verosimilmente perché a suo tempo una parte dell’attuale maggioranza era contro l’opera. “Si doveva fare il bando per la ricerca del partner privato”, ricorda, “ma hanno perso dieci mesi”. “E’ una sofferenza vedere opere iniziate da noi che faticano ad andare avanti. Perdono tempo a sostituire ingegneri o rup, a correggere atti solo perché, in caso di problemi, possono dire  che è responsabilità di chi c’era prima, salvo prendere i meriti per i finanziamenti ottenuti dai predecessori”.

Roberto Perrotta preannuncia, infine, che sabato sarà all’ospedale di Paola per la manifestazione organizzata dal Comitato Popolare presieduto dal chirurgo Giueglielmo Guzzo.

Il fatto che il dottore Guzzo è presidente del comitato, a me piace, avendo lui contribuito professionalmente per tanti anni alla crescita dell’ospedale di Paola e della sanità del territorio. Mi auguro che tanta gente partecipi perché queste sono battaglie giuste. Bisogna che pero chi rappresenta questa città incarni lo spirito del paolano, che non è lo spirito di chi deve fare guerra gratuita. Bisogna impegnarsi per difendere ciò che c’è da difendere, a cominciare dal personale sanitario che non è da elogiare solo quando c’è la pandemia”.

Perrotta ha infine contestato la politica dei “selfie e della bugia”, con riferimento a tante questioni amministrative e politiche, tra cui la cessione del castello da parte dei privati all’ex amministrazione comunale guidata dallo stesso Perrotta.

g. s.

 

 

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