La sede Asp e il manager Graziano

COSENZA – Il consigliere comunale e presidente della commissione Sanità della città di Cosenza, Giuseppe Ciacco, “costringe” l’Asp cosentina a un clamoroso ripensamento rispetto alla vicenda degli ausili terapeutici (https://www.calabriainchieste.it/2023/09/21/ausili-terapeutici-ciacco-contratto-scaduto-e-prorogato-dallasp-dimperio-senza-alcuna-gara/), narrata nei giorni scorsi su Calabria Inchieste, confezionando, finalmente, una gara pubblica.

«Sono capitolati senza neppure opporre un minimo di resistenza», prende atto oggi, soddisfatto, il consigliere comunale rispetto a un tema che vede molti distratti e indifferenti nel mondo della politica e delle istituzioni a vari livelli.

«Il 21 settembre con dovizia di particolari, di riferimenti e di riscontri documentali, avevo, pubblicamente, denunciato la torbida gestione del servizio degli ausili terapeutici per disabili posta in essere dall’ASP di Cosenza. Da oltre dieci anni, il servizio è affidato, attraverso un illegittimo e verminoso meccanismo di proroghe e in regime di scandaloso monopolio, all’originario aggiudicatario, fra l’altro, indagato per corruzione», ricorda Ciacco.

«Ebbene, a distanza di appena 96 ore dalla mia presa di posizione hanno, miserevolmente, alzato bandiera bianca e si sono arresi. Infatti, il 25 settembre il Direttore generale dell’ASP di Cosenza ha confezionato la deliberazione n. 2042, che ha per oggetto: “indizione procedura di gara per acquisizione servizio di gestione… degli ausili terapeutici per disabili. E, allora io ho colpito nel segno», prende atto.

«Certo, occorre non abbassare la guardia. Anzi bisogna tenerla alta la guardia. A certe latitudini, una deliberazione di indizione della gara può anche essere uno specchietto per le allodole. La gara non va solo indetta; va, poi, tempestivamente e legittimamente espletata e, infine, il servizio va, correttamente, aggiudicato».

«Sapendo, tuttavia, che niente e nessuno potrà coprire e cancellare le melmose macerie del passato. Le macroscopiche illegittimità restano e le gravissime responsabilità restano. E sia le une che le altre devono essere, opportunamente, valutate e, se necessario, altrettanto, opportunamente, sanzionate».

Saranno gli organi, funzionalmente, preposti a stabilire, per esempio, se la scellerata gestione decennale del servizio ha prodotto un vorticoso danno erariale».

«Saranno gli organi, funzionalmente, preposti a stabilire, per esempio, se è lecito gestire un servizio senza neppure un farlocco, e comunque, formale atto di proroga».

«Saranno gli organi, funzionalmente, preposti a stabilire, per esempio, se è lecito applicare, a proprio uso e consumo, la vischiosa pratica dei due pesi e delle due misure: revocare l’affidamento di un servizio a un aggiudicatario indagato per corruzione e non revocare altro affidamento ad altro aggiudicatario, anch’esso indagato per corruzione, al quale, addirittura, viene affidato il servizio revocato all’aggiudicatario indagato per corruzione. Roba da far accapponare la pelle».

«I pentimenti e i ravvedimenti, sospettosamente, tardivi non possono trasfigurarsi in un comodo, lascivo e magnanimo salvacondotto. Con il denaro pubblico a nessuno può essere permesso il lusso di fare il gioco delle 3 carte», conclude Ciacco.

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