COSENZA – Inaugurato nel 1958, il punto nascita del Sacro Cuore di Cosenza si prepara a chiudere i battenti.  Il piano di riorganizzazione della rete ospedaliera varato dalla Regione Calabria, infatti, ne prevede la chiusura.

Una situazione paradossale se si considera che la struttura garantisce almeno mille parti all’anno, molti di più rispetto agli standard richiesti dal Piano sanitario. Il perché, quindi, sia stato deciso di porre fine al reparto non è dato saperlo.

Da anni, sui Punti nascita si gioca sulla pelle delle partorienti che si vedono costrette a girovagare presso le strutture che la regione Calabria decide di chiudere a aprire a proprio piacimento: era successo all’Ospedale San Francesco di Paola chiuso nonostante il numero dei parti era al di sopra della media stabilita; il reparto del San Francesco è stato chiuso per mantenere aperto quello del nosocomio cetrarese. Non contenti di ciò, successivamente, anche il Punto nascite di Cetraro è stato chiuso per i numeri “bassi”. Adesso si decide di riaprire Cetraro, grazie anche all’utilizzo dei medici cubani, ma a discapito del Sacro Cuore.

«Con la chiusura del punto nascita presso la Casa di Cura Sacro Cuore – ha scritto in merito il primo cittadino di Cosenza, Franz Caruso – il governatore Occhiuto prosegue la sua opera di devastazione dei servizi sanitari nella città di Cosenza e nella sua vasta provincia, con una incidenza fortemente negativa per l’intero territorio calabrese».

Caruso ha evidenziato come «il DCA n.69 della Regione Calabria del 14 marzo scorso, che riorganizza la rete ospedaliera, la rete dell’emergenza urgenza e le reti tempo-dipendenti depotenzia ulteriormente l’offerta sanitaria nel cosentino in maniera inopinata ed assurda. E così dopo la chiusura della Terapia Intensiva Pediatrica e la mancata codificazione del pronto soccorso pediatrico presso l’Annunziata, da noi auspicato e mai effettuato, oggi si arriva a chiudere il punto nascita del Sacro Cuore, struttura accreditata e convenzionata con il SSN, che provocherà inevitabilmente un forte aumento di carico di lavoro per il reparto di Ostetricia del nostro ospedale cittadino, già in forte affanno perché da tempo oberato di lavoro, con carenza di personale e liste di attesa di molti mesi soprattutto per la patologia benigna ginecologica».

Tenendo conto di ciò, «la stessa Asp di Cosenza, già nel 2023 dopo la prima pubblicazione della nuova rete ospedaliera in cui si ipotizzava la chiusura del Punto Nascita del Sacro Cuore, si era prodigata per ottenerne la modifica ritenendo che tale taglio di servizio avrebbe comportato da un lato inevitabili licenziamenti e dall’altro un maggior carico di lavoro per l’ospedale di Cosenza, che sarebbe rimasto l’unico punto nascita attivo in città».

Rimostranze che «non sono, evidentemente, servite a nulla tanto che il governatore Occhiuto ha confermato la sua decisione che è essenzialmente politica ed a danno dei cittadini/utenti. Se, infatti, si riconosce la necessità di riaprire il punto nascita sulla costa tirrenica (Cetraro), – sottolinea ancora Caruso – non si comprende il motivo della chiusura del punto nascita del Sacro Cuore, che con circa 1000 parti l’anno riesce a soddisfare, e non poco, le esigenze delle donne cosentine e della provincia».

Peraltro, «com’è pensabile che una partoriente di Montalto o di Rogliano possa decidere di andare a partorire a Cetraro? Costoro saranno private della libertà di poter scegliere un’altra struttura nella quale avevano confidato e si vedranno “costrette” a rivolgersi all’Annunziata, dove lo straordinario personale medico e sanitario opera, per come detto, con un carico di lavoro enorme che si andrà ad accrescere ulteriormente. Tutto ciò è gravissimo – conclude Franz Caruso – Roberto Occhiuto continua ad operare a fini elettoralistici e propagandistici, giocando sulla pelle dei calabresi ai quali non viene assolutamente assicurato il diritto alla salute che dovrebbe, invece, essere universalmente garantito sopra ogni cosa e tenuto ben distante da calcoli di natura eminentemente ragionieristica».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it

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