Il gruppo dei Meneskin

Al concerto sì ma solo i milionari. Il caso limite del biglietto per un posto in prima fila al concerto dei Maneskin arrivato a costare la cifra stratosferica di 1.182.999 euro nel circuito del cosiddetto “secondary ticketing” ha fatto discutere. La pratica di acquistare interi pacchetti di biglietti e rivenderli sulle piattaforme online è già da tempo al centro dell’attenzione delle autorità ed è stata anche oggetto di una stretta da parte della Commissione Ue in una direttiva recepita di recente anche dall’Italia. L’Ue ha di fatto già vietato questa pratica. Ma lo stop, evidentemente, si può aggirare. Si tratta di biglietti che in molti casi arrivano a costare cifre astronomiche e che i fan, anche i più accaniti, sono costretti a non comprare. E le multe, pur salate, sono ben poca cosa per un’azienda che, come emerge leggendo le risultanze istruttorie dell’Agcom del 2020 “non ha fornito informazioni sulla propria situazione di bilancio” ma che “da notizie di stampa internazionale nel novembre del 2019 ha annunciato l’acquisizione dell’operatore Stubhub al prezzo di 4,05 miliardi di dollari, per creare un player di presenza globale con un giro d’affari consolidato di 15 miliardi di dollari nel 2020”. Insomma 12 milioni possono tranquillamente essere assorbiti nel bilancio di un colosso alla voce “rischi d’impresa”

Plaudono le associazioni dei consumatori che contro Viagogo hanno presentato esposti alle autorità e alle Procure e che quindi ora parlano di “vittoria”: tra i casi più recenti segnalati dal Codacons, ricorda il presidente, Carlo Rienzi, c’è appunto quello del concerto dei Maneskin del 28 aprile 2022 all’Arena di Verona, «i biglietti andati esauriti in pochi minuti sui canali ufficiali, erano comparsi sulle piattaforme del secondary ticketing a prezzi record fino a 1.182.999 euro per un posto in prima fila, mentre nelle rivendite ufficiali il prezzo massimo di un biglietto era di 86,25 euro”. “E’ incredibile che continuino ad essere venduti biglietti con prezzi anche 10 volte superiori a quelli effettivi, – dice Massimiliano Dona di Unc – nonostante le numerose condanne delle Authority e l’intervento del legislatore che ha comunque messo un freno a queste intollerabili e odiose speculazioni”.

 

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