Home Calabria L’Associazione nazionale Partigiani: «Si tenta di cancellare il significato del 25 aprile»

L’Associazione nazionale Partigiani: «Si tenta di cancellare il significato del 25 aprile»

«A Cosenza, Paola e San Lucido opinabili “repliche” delle celebrazioni del 4 novembre, in cui si dà spazio solo all’omaggio al monumento al milite ignoto e la preghiera “per i caduti di tutte le guerre”»

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Se il 2 giugno, data in cui si tenne il referendum istituzionale e l’elezione dell’Assemblea Costituente, è considerata la data di nascita della Repubblica Italiana, il 25 aprile può certamente definirsi la “data di rinascita del popolo italiano”, quel popolo che, compresso nella clandestinità e nella repressione del dissenso, seppe organizzarsi per ribellarsi ed infine battere il fascismo ed il nazismo, costruendo con la vittoriosa guerra di Liberazione i presupposti stessi per le votazioni del 2 giugno.

Da diversi anni assistiamo ad opinabili esternazioni – per lo più provenienti da destra, ma talora espresse anche da esponenti che si dichiarano progressisti – secondo cui il 25 aprile sarebbe una ricorrenza “divisiva” e che, piuttosto che sottolineare la vittoria dei partigiani contro i traditori fascisti e i loro sodali nazisti, sarebbe meglio conseguire una sorta di “pacificazione nazionale”, onorando i caduti di tutte le parti (nazi-fascisti inclusi).

Vittime e carnefici tenuti insieme in un unico giudizio, come se si trattasse dei responsabili di una rissa tra ubriachi in un bar di periferia.

Queste opinioni ci sembrano del tutto antistoriche e persino pericolose: se la Repubblica Italiana è quella che oggi tratteggia la Costituzione, ciò è dovuto solo al fatto che i fascisti persero la guerra civile.

Per questo motivo la nostra carta fondamentale si fonda sull’antifascismo, ossia sul rifiuto non solo e non tanto di quello specifico regime, ma di tutte le caratteristiche di quel regime: la violenza, l’autoritarismo, l’arroganza del potere, la soppressione delle libertà di stampa, parola e manifestazione, la repressione del dissenso e la discriminazione  politica, sociale e razziale.

Il 25 aprile, dunque, non si limita a celebrare il giorno della definitiva liberazione del regime, ma è soprattutto uno stimolo a difendere quelle conquiste, un’esortazione a vigilare sui tentativi, più o meno scoperti, di riportare indietro le lancette della storia e un’incitazione a completare il progetto di società disegnato dalla Costituzione.

Per questo noi vediamo in ogni tentativo di trasformare il 25 aprile in un rituale “ecumenico” senza chiari riferimenti alla Resistenza, un evidente indizio della volontà di diluire quei valori, di frenare quello slancio  e, in ultima analisi, di preparare il terreno per chi non ha mai gradito la fondazione di una “Repubblica fondata sul lavoro in cui la sovranità appartiene al Popolo” ed un avallo alle intollerabili iniziative di boicottaggio o censura del dissenso.

Mai come quest’anno assistiamo ad una recrudescenza di tali iniziative: solo per rimanere nel nostro territorio, le cerimonie protocollari indette dalla Prefettura di Cosenza, dal Comune di Paola o dal Comune di San Lucido appaiono delle opinabili “repliche” delle celebrazioni del 4 novembre, in cui si dà spazio solo all’omaggio al monumento al milite ignoto e la preghiera “per i caduti di tutte le guerre”.

Contrariamente agli anni scorsi, certamente per censurare ogni voce critica che possa turbare questo peloso ecumenismo, in nessuna di tali celebrazioni è stato previsto uno spazio per le associazioni combattentistiche come l’A.N.P.I. e, per giunta, a Paola una manifestazione indetta dall’associazione “Colpo”, in precedenza autorizzata dal Comune, è stata improvvisamente vietata a 24 ore dal suo inizio.

Né d’altronde può sfuggire che questo modus operandi è terribilmente prossimo alle iniziative di censura perpetrate nei giorni scorsi ai danni di Antonio Scurati, reo di aver sottolineato la “cultura neofascista” da cui proviene la nostra attuale Presidente del Consiglio, o di Nadia Terranova, censurata in occasione dei pestaggi agli studenti di febbraio, o di Jennifer Guerra, censurata per le sue posizioni in materia di diritti delle donne, o degli artisti Dargen D’Amico e Ghali, cui si è ripetutamente tentato di impedire di manifestare le proprie opinioni in tema di migranti e di conflitto israelo-palestinese.

Noi non ci stiamo e contrasteremo con la massima forza ogni tentativo di instaurare un “pensiero unico”, che nega in radice il fondamento stesso della Costituzione repubblicana, così come sosterremo sempre tutti coloro che in qualunque modo siano vittime di censure e prevaricazioni del potere.

Contemporaneamente, continuiamo ad impegnarci affinché il senso ed il significato del 25 aprile non venga stravolto o snaturato.

Per questo il calendario delle iniziative legate al 25 aprile organizzate quest’anno dalle sezioni ANPI della provincia di Cosenza è ricco come non mai.

Abbiamo reso i dovuti onori al partigiano Giovanni Laurito, cui il nostro associato Boris Litrenta e la Sezione ANPI Savuto “Donato Bendicenti” hanno donato un’opera che, ritraendolo mentre “batte il cinque” a sé stesso giovane combattente, sottolinea la continuità fra le generazioni e l’attualità dei valori che hanno innervato la resistenza partigiana.

Poi si è tenuta la grande manifestazione provinciale ANPI ad Amantea – una delle poche amministrazioni del territorio che si è voluta sottrarre alla tentazione di svalutare la ricorrenza, uniformandosi alla generale tendenza a compiacere il governo Meloni, sostenendolo in questa pericolosa opera di manipolazione della storia – che prenderà le mosse dal monito di Sandro Pertini: “Oggi la nuova resistenza in che cosa consiste. Ecco l’appello ai giovani: di difendere queste posizioni che noi abbiamo conquistato; di difendere la Repubblica e la democrazia”.

Da oggi fino al 29 aprile, poi, saranno decine le iniziative delle nostre sezioni territoriali, cui invitiamo i cittadini a partecipare, come li invitiamo a partecipare a tutte le iniziative, ovunque organizzate, per celebrare la Liberazione: in questi momenti è importante esserci e non cedere all’indolenza o all’indifferenza, dimostrando di essere una società matura che non trascura i segnali, che non dimentica e, soprattutto, che difende oggi e sempre i propri diritti e la propria libertà. Viva la Repubblica antifascista! Viva la Resistenza! Viva il 25 aprile!

ANPI SEZIONE DI PAOLA

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