Home Opinioni Mancini: “Villaggio Coldiretti a Cosenza: bello, ma non lì”

Mancini: “Villaggio Coldiretti a Cosenza: bello, ma non lì”

"Ritengo che non debba essere quella la sede di iniziative fieristiche per quanto di qualità"

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Sulla tre giorni del Villaggio Coldiretti ho registrato plausi entusiastici sulle tante presenze in città (che indubbiamente si sono registrate) e critiche feroci sui disagi per cittadini ed esercenti (che sono stati notevoli). Purtuttavia quando ad ispirare i commenti è la partigianeria il rischio è che non si metta a fuoco il punto principale del ragionamento.

Ed il punto vero è il luogo dove questi eventi vengono organizzati : corso Mazzini tra le opere d’arte del MAB

Da anni è così : nel recente passato anni la festa del cioccolato, ieri (in perfetta continuità) il villaggio Coldiretti

E non va bene.

Molti ricorderanno che da quando il sindaco Mancini, sfidando l’opinione prevalente ai tempi, decise di chiudere al traffico quella che poi prese il nome di piazza XI settembre per pedonalizzare tutta quella parte di corso, quell’area è diventata la zona della passeggiata, degli incontri, dello shopping della nostra città. In due parole: il salotto buono.

Dopo di allora le amministrazioni che si sono succedute hanno continuato quella illuminata intuizione estendendo di fatto l’isola pedonale da piazza dei Bruzi a quella che un tempo si chiamava piazza Fera e che poi è stata ribattezzata piazza Bilotti. Nel frattempo il corso è stato arricchito da importanti opere d’arte donate dal mecenate Bilotti che hanno permesso di realizzare un museo all’aperto unico nel panorama nazionale. 

Il corso insieme al MAB sono diventate elemento distintivo e attrattivo di Cosenza. Uno sui quali costruire la conquista di flussi di turisti e visitatori

Del resto con quella trasformazione, oggi aprire un esercizio commerciale sul corso rappresenta un investimento molto maggiore (ad iniziare dall’acquisto o dal fitto dei locali) rispetto a tutte le altre zone della città. 

Con le dovute proporzioni per come avviene a via dei Condotti a Roma o a via Monte Napoleone a Milano. Certo quei livelli di qualità sono per alcuni versi ancora lontani perché manca ancora una attenta politica di decoro urbani, sugli arredi, sulle illuminazioni, sui colori, sulle insegne. E anche sulle concessioni degli spazi pubblici : gazebo e platee per iniziative di ogni genere e anche tanti ambulanti costringono ad una gimkana quotidiana i cittadini ed una perdita di valore per i luoghi. 

Per questo io ritengo, non solo per gli esercenti che sul corso hanno investito, o per i cittadini che li vogliono passeggiare, ammirare le opere d’arte o fare acquisti, ma proprio per la vocazione che anche con il MAB, quella zona della città ha acquisito, che non debba essere quella la sede di iniziative fieristiche per quanto di qualità, per come è stata quella di Coldiretti

In città infatti non mancano gli spazi idonei. Ne cito solo alcuni: la zona del lungo Crati con i box art, quella della città dei ragazzi su via Panebianco, quella di viale Magna Grecia o anche quella della stazione ferroviaria di Vaglio Lise.

Sono quelle le sedi idonee per iniziative fieristiche e espositive. Scegliendo uno di quei luoghi della città i vantaggi sarebbero molteplici: portare attenzione a zone cittadine non utilizzate; rendere più semplice la logistica ; limitare al minimo i disagi per i cittadini; offrire servizi maggiori a chi espone.

E in più i visitatori potrebbero poi godere dei luoghi della città ad iniziare dal corso e dal Mab, per passare al centro storico, e ai musei apprezzandoli nella loro vocazione vera. 

Solo facendo conoscere la città per quella che è si può fare vero e produttivo marketing territoriale

Mi auguro che su questo tema ci possa essere una riflessione alta e collettiva per il presente e per il futuro. Per il bene di Cosenza

Giacomo Mancini 

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