Emira Ciodaro e Giovanni Politano

PAOLA (Cs) – L’amministrazione comunale Politano s’incarta sui debiti, si contraddice, smentisce e sconfessa se stessa rispetto alla propria gestione, sia quella vecchia (amministratori attuali organici alla ex maggioranza del sindaco uscente) e nuova. E la consigliera comunale di opposizione Emira Ciodaro va di nuovo all’attacco, questa volta con una insidiosa interrogazione comunale che, a norma di regolamento, non può restare inevasa.

“Stato delle finanze pubbliche locali” e “dichiarazioni stampa assessore al bilancio e sindaco”, è l’oggetto della richiesta di chiarimenti inviata a Giovanni Politano e al presidente del consiglio comunale, Mattia Marzullo.

Il consigliere comunale della Città di Paola, Emira Ciodaro, preso atto di un “dibattito pubblico preoccupante, certamente anomalo, tanto dal punto di vista formale, quanto sostanziale”, rivolge al sindaco Giovanni Politano interrogazione, nella convinzione che ciò “possa aiutare a riportare la discussione nelle sedi opportune, possibilmente suffragata da atti concreti”.

PREMESSA: SI SCANSANO AD ARTE CONFRONTO E DIBATTITO

In premessa, intendo stigmatizzare il fatto che, in questa fase, i consigli comunali sono sempre meno frequenti e poco soddisfacenti, quasi come se si volesse impedire il dibattito, rispetto alle numerose tematiche aperte, nella sua sede naturale e nel rispetto di tutti i punti di vista. Infatti, noi consiglieri comunali di opposizione siamo costretti ad osservare, da lontano, un dibattito di cui non conosciamo né i termini né i fatti reali, quasi fossimo degli estranei e non invece consiglieri comunali nel pieno delle loro funzioni, in dovere di dare risposte ai cittadini elettori con la serietà che queste questioni richiedono.

La solita vecchia storia, si portano alla luce fatti o misfatti mai trattati prima nelle sedi opportune, nell’ordine consiglio comunale, commissione bilancio, giunta comunale.

DEBITI: DISSESTO O PREDISSESTO?

Subito dopo ci si rinchiude in un silenzio assordante, incomprensibile agli occhi di chi adempie ai doveri, connessi al suo ruolo, con responsabilità e nella convinzione di dover rendere un servizio alla propria comunità. Da mesi si ragiona, nelle segrete stanze, di debiti e di dissesto o di predissesto.

Da mesi leggiamo, sulla stampa e sui social, dichiarazioni da parte di membri autorevoli di questa maggioranza che ci raccontano di debiti e di rischio di un nuovo dissesto, senza che ci sia consentito di confrontarci sui dati reali, si dice e subito dopo si smentisce.

I revisori dei conti sono stati chiari, hanno reso edotto il consiglio comunale, sia attraverso le loro relazioni, che mediante interventi diretti in aula, della esistenza di debiti, per oltre 6 milioni di euro, anche se in via di definitiva quantificazione. Il tempo dell’indagine speriamo sia terminato e che presto ci vengano comunicati i dati. Nonostante ciò, siamo chiamati ad assistere a questo quotidiano penoso dibattito che lascia i cittadini e tutti noi increduli. Eppure siamo stati eletti, ciascuno nel suo ruolo, per risolvere i problemi e non per lasciarli incancrenire o nasconderli in attesa di tempi migliori.

L’IPOTESI DI FALSO IN BILANCIO…

Il falso in bilancio è un reato penale, per quello che mi riguarda non intendo rendermi corresponsabile di tale reato, pertanto, pretendo di essere compiutamente informata in merito alla reale situazione economica e finanziaria dell’Ente, al fine di potermi rendere utile alla mia Città con proposte fondate.

I nostri concittadini continuano a pagare le conseguenze di una dichiarazione di dissesto, rivelatasi, alla luce dei risultati, fallimentare, in quale altro modo potrebbe essere definita, considerato che l’Ente, non avendo risolto i suoi problemi finanziari, a detta dei nostri attuali amministratori, potrebbe dover ricorrere ad un piano di riequilibrio pluriennale.

MISURE ALTERNATIVE AL DISSESTO: URGE GESTIONE DILIGENTE

Proprio in virtù di queste considerazioni, ritengo che istituti giuridici quali dissesto, predissesto o piano di riequilibrio abbiano fatto il proprio tempo, di fatto incapaci di risollevare le sorti finanziarie dei Comuni da eventuali condizioni di crisi. Infatti, emerge un dato storico ineludibile: i problemi finanziari degli enti locali trovano soluzione solo a seguito di gestioni politico-amministrative diligenti.

La crisi finanziaria che ha investito il nostro Comune, dovrebbe indurci ad una seria riflessione, proprio in merito all’efficacia dello strumento del dissesto, dal momento che, indiscutibilmente, tale dichiarazione si è rivelata per nulla funzionale rispetto alla esigenza di risanamento propria dell’Ente.

La grave condizione dei conti pubblici locali andrebbe tempestivamente aggredita, secondo criteri di competenza e verità, si rendono necessari provvedimenti, il cui rinvio renderebbe la situazione sempre più complicata e le difficoltà sempre più strutturali. Noi sosteniamo da mesi tutto ciò, ma non c’è peggior sordo di chi non vuol sentire. Nessuno si illuda, il risanamento non può che essere conseguenza di scelte e azioni amministrative ispirate da consapevolezza e senso di responsabilità.

NESSUNA AZIONE INTRAPRESA PER CONTRASTARE LE CRITICITA’

Il nostro compito, oggi, è quello di contrastare le criticità: i disavanzi diffusi, deficit, il dovere di adempiere alle proprie obbligazioni, con conseguente ripiano dei debiti in un arco temporale di breve periodo, questo dovrebbe essere il nostro obbiettivo, a beneficio di quello che comunemente viene considerato “interesse generale”.

Il comportamento reticente degli amministratori, fin qui, ha reso impossibile la predisposizione di qualsivoglia condivisibile azione di risanamento. Visto il bilancio di previsione 2022, privo di provvedimenti finalizzati ad aggredire i vari disavanzi.

AL COMUNE DANNO I NUMERI

Considerato, lo stato dei residui attivi e passivi, che legittimamente pone dubbi circa la loro natura e consistenza. Considerato, inoltre, che il consiglio comunale non è mai stato chiamato a valutare un piano di ristrutturazione della spesa e che ciò, inevitabilmente, suscita grande preoccupazione. Infatti, come è possibile che, dinanzi ad una accertata e conclamata situazione di deficit, si rimanga inermi, si prosegua facendo pagare il prezzo ai soli cittadini, peraltro, utenti di servizi che rimangono sempre identici a sé stessi e che non producono, né riduzione dei costi di gestione, né riduzione delle aliquote.

Mi si dica quali provvedimenti sono stati assunti da questa Giunta e da questa maggioranza, in termini di riduzione della tassazione ovvero in funzione di una ristrutturazione ottimale dei servizi e dell’intero impianto della spesa. Continueremo a massacrare i contribuenti con cartelle sempre più pesanti o, peggio, già pagate? La condizione di deficit dell’Ente è dovuta a debiti risalenti a quale periodo? Quale la loro natura? Abbiamo restituito ai contribuenti quanto loro sottratto indebitamente?

ASSESSORA CADUTA DALLE NUVOLE: MA NON ERA CON PERROTTA?

Nonostante la relazione Passerini, non mi pare che i contribuenti possano dirsi soddisfatti. L’assessore Sbano, racconta di una condizione debitoria gravissima, dimenticandosi di chiedere però scusa ai cittadini contribuenti di tutto ciò, dal momento che Lei stessa è la rappresentante in Giunta di un movimento e di un partito su cui grava gran parte della responsabilità di questo disastro. Tutti Voi siete e tutti noi siamo espressione di movimenti e partiti che hanno governato questa Città.

Dunque, davvero non vi è alcun intento propagandistico. Oggettivamente, poniamo delle domande e vorremmo delle risposte: abbiamo accertato seriamente la natura e consistenza della massa attiva? Questo punto è dirimente, inutile proseguire con bilanci inattendibili, al solo fine di raggiungere il pareggio.

DEBITI CERTI, CREDITI FARLOCCHI

Il sindaco, nei suoi incomprensibili comunicati stampa, messi lì a casaccio, senza alcuna attinenza con i dati reali, ragiona di massa passiva, giusto, ritengo si debbano fare delle riflessioni anche su questo, ci mancherebbe altro, ma mettendo sul piatto della bilancia tutti i fatti. Tuttavia, tecnicamente, considero più importante accertare la veridicità della massa attiva. Vista la natura e consistenza dei residui passivi, non possiamo dare copertura ai debiti certi, con crediti farlocchi.

Allora, ad esempio, domando: abbiamo ancora la disponibilità degli oltre 5 milioni di euro accantonati dall’organo straordinario di liquidazione? Questo è un dato fondamentale. Spero che, queste somme, non siano state utilizzate per dare copertura ad impegni di spesa non compatibili, in assenza delle necessarie autorizzazioni.

Noi diciamo da mesi queste cose, nessuno che si sia premurato di dare risposte. Come si può pensare che i consiglieri comunali di opposizione si rendano corresponsabili di scelte di cui non siano stati resi partecipi per tempo. D’altro canto, potrebbero emergere responsabilità erariali di non poco conto. Il nostro senso di responsabilità non mancherà, ma pretendiamo che si faccia chiarezza su spese e impegni.

STOP A CERIMONIE, INCARICHI E PREBENDE

Non possiamo perseverare nella richiesta di sacrifici ai soli cittadini, senza che si lascino loro intravedere soluzioni o senza far vedere loro che, in primo luogo, la politica sa essere ancora più disponibile al sacrificio: tagliamo le indennità, facciamo chiarezza su incarichi e prebende varie, programmiamo le spese con la parsimonia e la diligenza del buon padre di famiglia.

Quali sarebbero le cause del commissariamento da parte del Tar Calabria? Discutiamone.

Siamo certi del fatto, poi, che Ministero e Corte dei Conti darebbero il loro consenso ad una eventuale dichiarazione di predissesto?

PARLIAMONE IN CONSIGLIO COMUNALE

Discutiamo anche di questo, ma in Consiglio. Perché sulla base dei dati resi pubblici in sede di approvazione del rendiconto 2021 e del previsionale 2022, emergeva la necessità di un’azione severa e di un piano di risanamento, ma non di un piano di riequilibrio finanziario.

Noi reclamiamo la verità, solo dopo aver conosciuto e valutato i dati, lontani da pregiudizi di sorta, diremo la nostra posizione rispetto ad un eventuale piano di riequilibrio.

Intanto, doverosamente, prendiamo atto di un’azione amministrativa inadeguata ed incapace di affrontare con tempestività e lungimiranza la situazione finanziaria dell’Ente. Constatiamo la presenza di una dialettica, tutta interna alla maggioranza, caratterizzata da dichiarazioni reticenti e contraddittorie.

Il sindaco, in particolare, avrebbe il dovere della chiarezza, eppure ha sempre tentato di negare il disastro, di cui invece parla l’assessore alle finanze, entrambi senza rinunciare all’antico vizietto di scaricare le responsabilità su altri.

RISANAMENTO CONDIVISO SOLO A CONDIZIONE CHE…

Tutto ciò appare inaccettabile agli occhi di chiunque conosca la recente storia politica ed amministrativa di questa Città. La nostra posizione è trasparente. Il punto da cui ripartire, a nostro giudizio, è capire per quale ragione la dichiarazione di dissesto non abbia garantito il risanamento, cosa è accaduto prima, durante e dopo quella dichiarazione. In assenza di risposta a questo quesito, non sarà possibile alcuna azione di risanamento condiviso. Dinanzi alla verità storica, suffragata dagli atti reali, non mancherebbe il nostro senso di responsabilità.

Giusto che l’assessore Sbano rifletta sul da farsi, ma vogliamo i dati reali. Ad esempio, ha discusso della questione in commissione bilancio ed in quali termini? Il sindaco di questa Città ha il dovere di dare risposta alla seguente interrogazione, fugando ogni dubbio ed evadendo tutti i quesiti posti. In attesa di risposta a norma di Regolamento.

 

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