Home Cronache Profilo fake: sette parti offese, due indagati, tre telefoni sequestrati

Profilo fake: sette parti offese, due indagati, tre telefoni sequestrati

Il ruolo dell'ideologo del gruppo (non indagato) che nei post svelava dettagli sulla sua vita lavorativa

239
0
La Procura della Repubblica di Paola

PAOLA (Cs) – Sono sette le parti offese (potenziali parti civili nell’eventuale processo penale) individuate dalla procura della Repubblica di Paola nell’ambito del procedimento  scaturito da una sfilza di querele di parte per diffamazione aggravata, perpetrata – secondo le accuse – dai soggetti che hanno utilizzato fino a pochi giorni addietro il profilo Facebook falso denominato “Medardo di Terralba” (https://www.calabriainchieste.it/2023/04/17/profilo-fake-medardo-e-ufficialmente-indagato-cellulari-sequestrati/).

Tre i cellulari e relative schede telefoniche poste sotto sequestro dagli specialisti della Polizia postale di Cosenza, delegata dalla Procura della Repubblica di Paola nell’ambito delle indagini preliminari sui presunti diffamatori a mezzo social.

Due sono attualmente gli indagati, mentre una terza persona, formalmente non iscritta nel registro, dovrebbe essere l’ideologo del gruppetto (come conferma, indirettamente, da alcuni suoi post, rivelando particolari importanti ai fini della identificazione: ndr), ossia l’intellettuale che ha partorito gli scritti offensivi postati su Facebook a danno di Graziano Di Natale, Vincenzo Fedele e Lucio Sbano, ma anche di Francesco, Marco e Antonio Aloise, e della famiglia di imprenditori Ventura di Paola.

I due indagati, peraltro, non sembrano possedere gli “strumenti”, in termini di formazione culturale – come osservato da addetti ai lavori – per realizzare quelle puntuali analisi politico-diffamatorie. Ecco perché i sospetti si concentrano sul poeta e scrittore che, tuttavia, ancora è formalmente estraneo alla vicenda, ma che potrebbe finire inchiodato dalle risultanze dell’analisi dei cellulari e/o dalle testimonianze dei due indagati.

Altri soggetti “borderline” della politica cittadina, inoltre, potrebbero aver favorito l’attività delittuosa, in combutta col gruppetto di esecutori materiali.

I “Medardi” dopo un lungo periodo di silenzio, verosimilmente dovuto ad anticipazioni a mezzo stampa, avevano ripreso a scrivere e offendere, fino a pochi giorni fa, quando è scattata la perquisizione. Ed ora il tempo della goliardia è terminato, lasciando spazio alla fase di analisi, da parte delle parti offese, per programmare richieste di risarcimento del danno, aggredendo redditi (anche pensioni), immobili, garage e auto.

 

Articolo PrecedentePasseggiata con l’asino, prosegue il format di Animal Farm Longobardi
Prossimo ArticoloLeonida Marseglia è il nuovo Vicario del Questore di Crotone