Home Cronache Il “bidone” rifilato dai due rigattieri a Logatto: «Mi avete fatto perdere...

Il “bidone” rifilato dai due rigattieri a Logatto: «Mi avete fatto perdere la faccia. Ora pagate»

Il mancato ritiro di due lavatrici e la brutta figura fatta con il boss: «Voi siete zingari, io sono più zingaro di voi»

323
0
Un istituto di pena

PAOLA (Cs) – L’estorsione ai danni dei due rigattieri lametini Bevilacqua ad opera di Eugenio Logatto, pregiudicato – arrestato assieme alla moglie nel blitz di stamattina – considerato esponente del gruppo criminale dedito al narcotraffico diretto da Salvatore Caruso.

L’episodio, secondo la DDA, assume particolare rilevanza e si inserisce a pieno titolo nel contesto criminale di riferimento poiché conferma i buoni rapporti intercorrenti tra Logatto ed i Calabria-Tundis, comprovati dalla reazione che l’indagato ha nei confronti delle vittime, due rigattieri lametini, per la raccolta di due lavatrici presso l’istituto Casa Serena Ex Onpi di San Lucido, dove lavora il boss Pietro Calabria.

Logatto, impiegato come “manovalanza” nel gruppo criminale, si era accordato con il Calabria per il ritiro dei ferrosi. I Bevilacqua, tuttavia, il giorno pattuito per il ritiro del materiale non si presentarono all’appuntamento, scatenando le ire dell’indagato per la pessima figura rimediata con gli “amici di San Lucido”.

“La mancanza dei raccoglitori di ferro venne vissuta dal Logatto come un grave incidente diplomatico con la ‘ndrina locale, con la quale l’indagato intrattiene stabili e proficui rapporti di collaborazione nel traffico di cocaina”, scrive la Dda agli atti.

Verso la cosca, in particolare, il Logatto riteneva di avere “perso la faccia” e, come una mancanza di rispetto al suo carisma criminale, cosicché !decise di infliggere ai due rigattieri un vero e proprio bando dalla città di Paola, vietando loro di rientrare sul territorio per svolgere la loro attività economica, pena esplicite minacce di ritorsioni, specie ai veicoli usati per il trasporto del ferro, a meno che non avessero pagato una sanzione – definita regalo – per riparare il torto subito”, evidenzia agli atti l’Antimafia.

«Voi siete zingari – ha minacciato, tra l’altro, Logatto – io sono più zingaro di voi»

Cosimo Bevilacqua, effettivamente, pagò l’estorsione, riuscendo a pacificarsi con il Logatto e riacquistando il “diritto di accedere” al territorio costiero.

La ricostruzione dell’episodio è sostenuta sulla base del nutrito compendio intercettivo da cui si ricavano i gravi indirizzi di colpevolezza a carico del Logatto, rendendosi evidente la minaccia proferita ostentando la caratura criminale e l’ingiusto vantaggio con altrui danno determinato dalla dazione di denaro da parte di Bevilacqua a riparazione del torto commesso.

In carcere, oltre al Logatto, è finita anche la moglie, Pamela Villecco, che coadiuvava il marito nello smercio della sostanza stupefacente. Numerosi gli episodi contestati alla donna.

Articolo PrecedenteClan Calabria-Tundis, fiumi di cocaina per professionisti e imprenditori del Tirreno
Prossimo ArticoloPer la DDA l’arsenale rinvenuto a Caruso è riconducibile alla ‘Ndrangheta