La sera dell'aggressione

CROTONE Dovrà scontare 2 anni e 6 mesi di messa in prova Martina Perugino, la diciottenne di Crotone accusata di concorso anomalo in tentato omicidio per l’aggressione a Davide Ferrerio, 22enne bolognese, picchiato selvaggiamente l’11 agosto dello scorso anno mentre era in vacanza in città e da allora ricoverato in coma irreversibile. L’ha disposto il gup del Tribunale dei minorenni di Catanzaro, Emanuela Folino.
Perugino, all’epoca dei fatti minorenne, è la ragazza a causa della quale Nicolò Passalacqua, di 22 anni, aggredì brutalmente Ferrerio riducendolo in fin di vita: l’aveva scambiato per lo spasimante della giovane.

Lo scambio di persona era scaturito da una relazione social tra la ragazza, alla quale era interessato Passalacqua, e un uomo di 32 anni, che si nascondeva sotto un profilo falso con il nome di un ex fidanzato della ragazza. Per questo la mamma della ragazza, Anna Perugino, 42 anni, aveva organizzato un appuntamento per scoprire chi fosse l’uomo che si nascondeva sotto quel profilo.

La sera dell’aggressione, quindi, la giovane, assieme a un gruppo di parenti e a Nicolò Passalacqua, si presentò all’appuntamento dove incrociò il 32enne il quale, intuendo che si trattava di una trappola, si defilò e, dopo aver raggiunto la sua auto, inviò un messaggio alla ragazza nel quale diceva di avere “una camicia bianca”. In quel momento da quelle parti passava Davide Ferrerio, del tutto estraneo alla vicenda, che indossava proprio una camicia bianca e per questo venne aggredito da Passalacqua che lo colpì con un calcio alle costole e un pugno alla testa. Perugino è comparsa oggi davanti al Tribunale dei minorenni dove era già stato incardinato il procedimento avvalendosi del rito abbreviato; nei suoi confronti era stata già disposta la messa alla prova il 5 aprile scorso.

Ieri mattina il gup, dopo aver ascoltato il programma proposto dalle assistenti sociali, nonostante la contrarietà della procuratrice della Repubblica presso il Tribunale dei minorenni, Maria Alessandra Ruberto, ha determinato in 2 anni e 6 mesi la durata della messa alla prova presso i servizi sociali.
Inoltre, il giudice ha revocato la misura degli arresti domiciliari e disposto la scarcerazione. Martina Perugino, che si trova in una casa protetta a Messina, svolgerà lì l’attività a favore di persone disabili con l’obbligo anche di terminare gli studi e seguire alcuni progetti di recupero proposti dalle assistenti sociali. (Agi)

 

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