Il politico amanteano Vincenzo Lazzaroli

AMANTEA (Cs) – L’amanteano, Vincenzo Lazzaroli, sposa il pensiero esternato – da molto tempo ormai – da altri semplici cittadini, comitati, associazioni, e politici ovvero: che bisogna smetterla con caricare ogni reponsabilità sui problemi insistenti in città agli amministratori del passato.

Dopo due anni di amministrazione scuse simili sono inaccettabii. Sarebbe il caso di rimboccarsi le maniche e iniziare ad amministrare magari risolvendo anche qualche problema.

«Le dichiarazioni rilasciate a mezzo stampa, giorno 16 marzo, dal sindaco Vincenzo Pellegrino, protagonista di uno scontro “infuocato” con alcune forze politiche presenti in città, sono risultate dai toni e dalla forma certamente inappropriate al ruolo istituzionale che esso ricopre», ha esordito il politico di centrodestra Lazzaroli.

Tuttavia, nel merito del problema legato alla gestione della cosa pubblica, «leggiamo le solite e inutili affermazioni sulle responsabilità pregresse, mancanza di personale e di fondi – dopo due anni si continua con la retorica di sempre»

Siamo «al solito retropensiero del sabotaggio, come se ci fosse un’entità grigia dedita allo spionaggio in perfetto stile da KGB sovietico. “Fondati sospetti” su una città che sversa stracci e lavorazioni di ogni tipo, è l’ultima trovata per giustificare le fuoruscite di liquame maleodorante lungo la tratta fognaria, di questi giorni».

Qui, preme affermare, «per dovere di verità nei confronti della nostra città, che non si tratta di furbate ma di mancanza di programmazione e di conoscenza del territorio».

E, ancora: «Gli stracci ed eventuali oggetti che normalmente vengono aspirati, provengono dalla raccolta delle acque meteore che in più parti della città, viaggiano parallelamente lungo la rete fognaria, perché è stato sempre così».

In realtà lo sversamento di questi giorni «è la causa di una carente manutenzione ordinaria; lungo la rete cittadina vi sono alcuni punti critici su cui bisognerebbe agire con cadenza quasi giornaliera. L’intervento on site, solo dopo l’evento, serve a tamponare ma non è strutturalmente risolutivo, questo tra l’altro con un aggravio dei costi per l’ente comunale insopportabile».

Ad oggi, il vero nostro dramma è che «non siamo stati in grado in questi due anni, di dotarci di personale altamente qualificato. Il capitale umano, che storicamente ha sempre operato con competenza sul territorio, è stato disperso, con conseguenze facilmente ravvisabili».

Non è più giustificabile «lo stato di inefficienza e indifferenza in cui regna nel nostro comune, manca la visione del territorio, sia dal lato politica che dalla parte tecnico amministrativa. Se di onestà intellettuale si vuole parlare, dopo due anni del nulla, bisognerebbe ammettere le proprie responsabilità su quello che è sotto gli occhi della città, abbandono totale su innumerevoli problemi».

Durante questo mandato, «dopo le tante promesse di cambiamento sulle questioni vitali, purtroppo nulla di concreto è stato fatto, solo parole al vento. Pertanto, i tempi oramai sono maturi, diamo qualche segnale di concretezza perché il tempo delle polemiche scorre inesorabile, altrimenti, per il bene della nostra città chiudiamo, anzitempo, il sipario di questa infelice parentesi politica».

Infine: «Concludo estrapolando un passaggio riportato nell’articolo di ieri; tutti siamo in prima linea per il bene della nostra città, ognuno con le proprie responsabilità ha però il dovere morale di impegnarsi per vincere la battaglia della civiltà, non con la solita retorica ma con azioni concrete».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it

 

 

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