Studenti durante l'esame

CATANZARO – “Li vogliamo tutti assieme, nelle stesse classi”. E’ il messaggio al centro del “manifesto” per una scuola inclusiva e senza barriere lanciato dal sindaco di Catanzaro Nicola Fiorita, anche nella sua qualità di docente dell’Unical, insieme ad oltre duecento autorevoli firmatari tra dirigenti scolastici e insegnanti, docenti delle Università e dell’Accademia di belle arti, esponenti della società civile.

Di seguito il testo dell’appello che sarà sottoscrivibile anche online https://chng.it/5rsD59CW4s per consentire la più ampia condivisione e partecipazione.

NOI LI VOGLIAMO TUTTI NELLE STESSE CLASSI, CONTRO OGNI BARRIERA E PER COSTRUIRE LA SCUOLA DELL’INCLUSIONE

“Noi, docenti delle scuole primarie, secondarie, dell’università e dell’alta formazione, li vogliamo tutti assieme, nelle stesse classi, a seguire un percorso che dia a tutti le stesse opportunità nel rispetto delle specifiche potenzialità.

Li vogliamo lì, nelle stesse classi, fianco a fianco, perché ogni alunno, ogni studente, a prescindere dalle sue esigenze personali, rappresenta una risorsa per tutti.

Li vogliamo lì tutti assieme, nelle stesse classi, perché ognuno di loro porta un contributo di capacità, di competenza, di sensibilità, lavorando ad un progetto comune di crescita umana e didattica.

Li vogliamo lì, nelle stesse classi, anche se questo aumenta le nostre responsabilità, spesso ci carica di un lavoro stressante e non sempre riconosciuto, ma sappiamo che è indispensabile realizzare una scuola dell’inclusione e valorizzazione delle diversità se si vogliono raggiungere risultati importanti nella progettazione didattico-educativa.

Li vogliamo lì, nelle stesse classi, dove è possibile creare un ambiente dove ognuno, adeguatamente supportato, può raggiungere il suo potenziale di capacità e conoscenze.

Chi non li vuole lì non comprende che sono proprio gli alunni/studenti con particolari esigenze ad offrire ai loro compagni un’occasione irripetibile di confronto e di conoscenza, indispensabile per orientarsi in una società sempre più complessa e multiforme.

Noi li vogliamo lì, nelle stesse classi, vogliamo sentire le loro voci, ognuna diversa dall’altra, vogliamo essere disturbati dalle loro risate o dalle loro lacrime, vogliamo sentirli tutti uguali e tutti protagonisti di questa fondamentale storia collettiva che è la scuola”.

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