COSENZA – Dopo le tante denunce, qualche ora fa è stato formalmente perfezionato l’affidamento dei lavori di ristrutturazione della Centrale di sterilizzazione dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, come più volte invocato dal consigliere comunale e provinciale Giuseppe Ciacco che, tuttavia, rimane vigile sugli sviluppi della vicenda.

«Il Commissario De Salazar», dunque, «è capitolato».

Ciacco ne è convinto. E ripercorre la vicenda: «Circa 8 mesi fa, in perfetta solitudine e, anzi ricevendo, anche, qualche conturbante e faziosa critica, avevo, pubblicamente, denunciato, con dovizia di particolari, di riferimenti e di riscontri documentali, l’indecente condizione in cui si trovava e, tutt’ora, si trova la Centrale di sterilizzazione dell’Azienda ospedaliera di Cosenza, che, per un verso, è una micidiale polveriera e, per altro verso, è un micidiale focolaio di infezioni.

Infatti, in caso di incendio, all’interno della centrale, non è garantita la sicurezza. Il che significa che, all’interno della centrale, se divampa un incendio, c’è il rischio, serio e concreto, di morire carbonizzati.

Ma non solo. In quella centrale le zone filtro non sono a norma e le 3 aree di lavoro (sporco, pulito e sterile) convivono in una condizione di promiscuità selvaggia.

Insomma, è una centrale di sterilizzazione, attraversata da un degradante sfacelo, che pone in grave pericolo l’incolumità pubblica.

Ebbene, come al solito, la mia denuncia aveva visto giusto e aveva colpito nel segno. Infatti, De Salazar ha dovuto alzare bandiera bianca, dandomi ragione su tutta la linea.

Tant’è vero che, proprio qualche ora fa, costui, ha, formalmente, perfezionato l’affidamento dei lavori di ristrutturazione della Centrale di sterilizzazione.

Certo, bisogna tenere alta la guardia. Perché, a certe latitudini, un verbale di affidamento dei lavori può anche essere uno specchietto per le allodole. I lavori non vanno solo affidati; vanno, poi, tempestivamente e correttamente, eseguiti.

Sapendo, tuttavia, che niente e nessuno potrà coprire e cancellare le melmose macerie del passato. Le macroscopiche illegittimità restano e le gravissime responsabilità restano.

I pentimenti e i ravvedimenti, sospettosamente, tardivi non possono trasfigurarsi in un comodo, lascivo e magnanimo salvacondotto. Con il denaro pubblico e con la vita dei pazienti e dei lavoratori a nessuno può essere permesso il lusso di fare il gioco delle 3 carte», conclude Ciacco.

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