Andrea, Tonino, Pino e Katya Gentile

COSENZA (Cs) – Forza Italia e Lega Nord starebbero cercando di tirare la volata ad Andrea Gentile, aspirante deputato di Forza Italia, non eletto per 400 voti – superato da Anna Laura Orrico (66.178 preferenze) – nonostante le circa 66mila preferenze.

Il figlio di Tonino, nipote di Pino, cugino di Katya, potenti della dinastia Gentile di Cosenza, presenti da diversi decenni nelle stanze dei palazzi che contano, a ogni livello, adesso ci prova con un ricorso all’esame della Camera.

E “Il Fatto Quotidiano” lancia l’allarme, ipotizzando una sorta di complotto Lega-FI contro il M5s. Peraltro si è già scatenata la bagarre innescata da una nota della deputata pentastellata, Vittoria Baldino.

Ma andiamo con ordine.

Martedì si riunisce la giunta per le elezioni di Montecitorio.

All’esame della Commissione c’è il ricorso dell’aspirante parlamentare calabrese, che non può restare fuori da tutto, anche se la famiglia è ben rappresentata dalla cugina Katya, consigliera regionale calabrese.

Dopo la sconfitta elettorale, Andrea Gentile aveva preannunciato battaglia attraverso l’istanza di revisione dello spoglio con il riconteggio dei voti.

Andrea Gentile chiede di riconsiderare le preferenze che sono state annullate.

Secondo “Il Fatto” le istruzioni del Viminale indicano nettamente come nulla la scheda in cui sia stato segnato un voto a favore di due o più liste anche se fra loro collegate. E tale interpretazione è stata seguita delle giunte per le elezioni nelle ultime due legislature.

Oggi, invece, il centrodestra ha sposato la tesi del favor voti ovvero che l’errore di mettere più croci sulle liste denoti una volontà rafforzata dell’elettore. Un escamotage che riuscirebbe a far rientrare in Parlamento Andrea Gentile in danno della Orrico che rimarrebbe anche lei deputata, ma come eletta nel proporzionale.

Rischia di perdere lo scranno Elisa Scutellà, subentrata come eletta nel proporzionale al posto della Orrico.

Sull’onda di questo muro contro muro, si registra l’evidente preoccupazione dei grillini che temono di dover rinunciare al deputato nel caso in cui fossero accolte le ragioni del ricorrente. E così si è già scatenata la bagarre innescata da una nota della deputata pentastellata, Vittoria Baldino.

«Forza Italia vuole cambiare ex post le regole vigenti sin dalle elezioni del 2018, che prescrivono la nullità della scheda elettorale quando la croce è apposta su due liste collegate. Una regola introdotta in ossequio al principio della libertà e segretezza del voto: un tale metodo di votazione infatti, potrebbe rappresentare un chiaro segnale di riconoscimento dell’elettore – spiega la Baldino – Forza Italia e Lega vorrebbero cancellare questa norma sanando centinaia di schede nulle per cambiare l’esito elettorale nel collegio uninominale Cosenza Tirreno, ma nei fatti si scatenerebbe un effetto a catena, rischiando centinaia di ricorsi su tutti i collegi e ciò potrebbe ribaltare l’esito elettorale e l’attuale composizione del parlamento dopo sei mesi dalle elezioni, introducendo, è questa è la cosa più grave, nel nostro sistema di voto un legittimo segno di riconoscimento».

«La democrazia si compone di regole che il centrodestra non può cambiare ex post, con un ritorno alle norme ad personam, per salvare dalla sconfitta elettorale Gentile jr. – conclude la Baldino –  sarebbe un vero e proprio colpo di stato che in un Paese democratico come il nostro non è accettabile. Mi appello alla Presidente del Consiglio Giorgia Meloni perché metta in guardia la sua maggioranza dagli effetti che una tale operazione potrebbe comportare, sia in termini democratici sia in termini politici. Sarebbe un pericolosissimo precedente storico. Noi ci opporremo con forza ad ogni tentativo che questa maggioranza di centrodestra porterà avanti per sovvertire la volontà degli elettori e le libere elezioni».

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