Le elezioni in territorio nazionale

Seggi aperti dalle 7 di questa mattina in 41 Comuni chiamati al ballottaggio e per il primo turno della comunali in Sicilia e Sardegna. La tornata per l’elezione diretta dei sindaci dopo il primo turno del 14 e 15 maggio (scrive Agi) coinvolge un milione e 340 mila aventi diritto  e riguarda anche sette capoluoghi: Vicenza, Massa, Pisa, Siena, Terni, Ancona, Brindisi. Per quanto riguarda i capoluoghi di provincia, il centrodestra ha eletto quattro sindaci, strappando Latina e confermando la guida di Sondrio, Treviso, e Imperia, al primo turno. Mentre il centrosinistra ha vinto in due capoluoghi, Brescia e Teramo, dove già governava.

Nel capoluogo marchigiano, la coalizione di governo punta astrappare al centrosinistra per la prima volta la guida della città. In Toscana, il centrosinistra, invece, tenta di recuperare le tre città passate alla coalizione avversa nell’ultima tornata elettorale, cinque anni fa. Mentre, in Veneto, il centrodestra va a caccia di una riconferma che appare in salita a Vicenza. Infine, a Terni, il centrosinistra è rimasto fuori dalla competizione ed è una sfida tutta interna al centrodestra, tra un civico e un candidato sostenuto dai partiti.

L’asticella del Pd è fissata a quota cinque: tante sono città in cui i dem puntano a vincere ai ballottaggi. La segretaria Elly Schlein ha mobilitato, nelle scorse settimane, l’intero stato maggiore per portare avanti quella campagna pancia a terra vista nei giorni precedenti al primo turno. Ma l’emergenza in Emilia-Romagna ha costretto tutti a tirare il freno a mano. Queste le citta’ a cui puntano i dem: Vicenza, Massa, Pisa, Siena ed Ancona.

Il centrodestra, dopo la sconfitta a Brescia al primo turno, non ha replicato iniziative unitarie in vista dei ballottaggi. Stando a quanto riferiscono fonti del Pd al Senato, la strategia di Schlein è quella di far leva sul civismo che si è affermato al primo turno, cercando di non dare una connotazione troppo partitica alla sfida nelle città. Insomma, “cerca di tenere lontano il Pd nazionale, puntando alle forze locali”. Uno schema che ricorda da vicino quello di Matteo Renzi che conduceva le sue campagne elettorali, per non dire delle edizioni della Leopolda, lasciando in secondo piano i gangli nazionali del Pd, puntando tutto sul mondo produttivo locale, su quello delle professioni o sugli intellettuali d’area.

Dal canto suo, il centrodestra conta comunque di vincere agilmente a Catania, anche grazie alla legge elettorale che consente l’elezione con il 40% dei consensi. Mentre, per quanto riguarda i ballottaggi, ritiene contendibile Brindisi e almeno una delle tre città toscane al voto. Ad Ancona, il candidato del centrodestra Daniele Silvetti (proveniente da FI) ha superato, col 45% al primo turno, la candidata di centrosinistra e Terzo Polo Ida Simonella (41,3%). Ma il secondo turno riapre la partita e la coalizione di centrosinistra ha già fatto partire il corteggiamento verso il terzo classificato, il candidato civico Francesco Rubini Filogna (6,1%), verso il M5s (il candidato Enrico Sparapani ha preso il 3,6%) e i Verdi (hanno sostenuto Roberto Rubegni, 1,7%). Anche a Brindisi, proveniente da una amministrazione di centrosinistra, il candidato sostenuto dalla coalizione di governo è risultato in vantaggio al primo turno. L’indipendente Giuseppe Marchionna, appoggiato anche dal Terzo polo, ha ottenuto il 44%, mentre il candidato di centrosinistra, espressione dei Cinque Stelle, Roberto Fusco, ha preso il 33%.

Dove si vota

Oltre che nei capoluoghi, si vota a Pianezza (Torino), Novi Ligure (Alessandria), Cologno Monzese, Gorgonzola e Arese (Milano), Nova Milanese (Monza e della Brianza), Bema (Sondrio), Adria (Rovigo), Vedelago (Treviso), Sona (Verona), Sestri Levante (Genova), Ventimiglia (Imperia), Campi Bisenzio (Firenze), Pietrasanta (Lucca), Pescia (Pistoia), Umbertide (Perugia), Porto Sant’Elpidio (Fermo), Velletri e Rocca di Papa (Roma), Anagni (Frosinone), Aprilia (Latina), Torre del Greco, Marano di Napoli e Cercola (Napoli), San Felice a Cancello (Caserta), Scafati e Campagna (Salerno), Altamura, Mola di Bari, Acquaviva delle Fonti, Noci e Valenzano (Bari), Bisceglie (Barletta Andria Trani) e Carovigno (Brindisi).

I voto in Sardegna

In Sardegna si vota fino alle 15 nei 39 Comuni chiamati a eleggere sindaci e consigli comunali, poi comincerà lo spoglio. Domenica alle 23 l’affluenza si è fermata al 47,64%, in calo rispetto al 63,05% della precedente tornata. Il dato più alto finora si è registrato nel Sassarese, il 55,45%, quello più basso, il 37,22%, nella Città metropolitana di Cagliari, dove si trova Assemini, uno dei due Comuni con più di 15 mila abitanti chiamato al voto. Nella cittadina l’affluenza è stata appena del 34,34%, contro il 50,25% della precedente tornata elettorale.

A Iglesias, invece, ha votato il 48,48, una percentuale inferiore di oltre 10 punti rispetto al 59,13% della precedente consultazione. Una decina di piccoli comuni in cui era presente una sola lista potrebbe aver già eletto il sindaco, visto che è stato raggiunto il quorum del 40% dei votanti. Sono Aglientu, Chiaramonti, Collinas, Furtei, Galtellì, Jerzu, Irgoli, Narbolia, Seui, Simala e Villaverde.

Il voto in Sicilia

Si vota anche per il primo turno in 128 comuni siciliani, tra cui Trapani, Siracusa, Ragusa e Catania. La sfida più importante al primo turno del voto siciliano è sicuramente Catania, dove i tre leader del centrodestra, Giorgia Meloni, Matteo Salvini e Antonio Tajani, hanno chiuso insieme la campagna elettorale per tirare la volata a Enrico Trantino. Il candidato di FdI dovrà vedersela con Maurizio Caserta, sostenuto da Pd e M5s, e che tra gli assessori designati ha indicato, tra gli altri, l’ex ministra del Lavoro, Nunzia Catalfo. L’eventuale ballottaggio si svolgerà domenica 11 e lunedì 12 giugno.

 

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