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Il consigliere comunale Renato Vilardi a valanga: ecco tutta la verità sui “dinataliani”

«Già al primo consiglio comunale veniva chiesto a noi consiglieri de La Migliore Calabria di votare contro il sindaco al fine di metterlo in difficoltà»

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Il consigliere comunale Renato Vilardi

PAOLA (Cs) – E’ un fiume in piena Renato Vilardi, consigliere comunale di minoranza del Comune di Paola, recentemente passato al Gruppo Misto, dopo avere lasciato “La Migliore Calabria” di Graziano Di Natale.

Ha accettato di chiacchierare con Calabria Inchieste per fare luce sulle accuse sibilline lanciate dai portavoce del suo ex gruppo politico, che gli contestano l’allontanamento dai “dinataliani” sulla scorta di non meglio circostanziate strategie di destabilizzazione politica de “La Migliore Calabria”.

Consigliere Vilardi, dicono che lei è passato in Forza Italia? Conferma o smentisce?

«Smentisco categoricamente. Non ho tessere di partito in tasca. Io faccio parte del Gruppo Misto. Solo chi è in mala fede e continua a pescare nel torbido, verosimilmente per cercare di coprire una disfatta che sta portando alla scomparsa di un intero movimento politico, mette in circolazione informazioni inventate di sana pianta per precostituire alibi. Una strategia che, lo ripeto, dovrebbe coprire una catastrofe politica senza precedenti».

Ma l’hanno vista e fotografata alla convention di Forza Italia. Come mai è andato?

«Sono andato perché invitato dall’amico e collega consigliere Alfonso D’Arienzo. Sono andato, come sono andati in centinaia: curiosi, semplici cittadini, professionisti, politici e amministratori di ogni colore, attesa la presenza del Ministro degli Esteri, persona autorevolissima. In quella convention era presente anche gente che non sa nemmeno cosa sia la politica. E’ andata lì, come me, perché l’essere umano socializza, partecipa alla vita pubblica, matura convinzioni sulle idee e sui progetti altrui. Tutto qua.

Chi oggi si scandalizza di ciò, lo ricordo a me stesso, ieri non si scandalizzava per aver fatto parte, al Comune di Paola, di una coalizione politica con Fratelli d’Italia e Forza Italia.

Si, ecco, torniamo a Paola: e in consiglio comunale? Si è avvicinato a D’Arienzo? A Forza Italia?

«Io appartengo a un gruppo civico (Gruppo Misto), come tutti gli altri consiglieri, di maggioranza e minoranza. Non ci sono partiti politici in assise a Paola, ma gruppi civici. Ad Alfonso D’Arienzo mi legano sinceri e forti sentimenti di stima e amicizia, essendomi – tra l’altro – stato vicino in momenti difficili della mia vita. Lo conosco da tanti anni e dialogo tanto con lui perché è una persona disponibile ed empatica. Ed è per tale ragione che l’ho votato alla Provincia di Cosenza, alla luce del sole. L’ho votato perché è un paolano ma anche perché lo ha sostenuto tutta la minoranza».

E il candidato di Di Natale? Ci sarà rimasto male…

«Senza alcun preventivo confronto, a distanza di soli tre giorni dalle elezioni provinciali, da La Migliore Calabria veniva “ordinato” tramite messaggio whatsapp che tutti votassimo il sindaco di una località dell’entroterra cosentino. Io ho detto di no, informando per correttezza quel candidato. Anche perché avevo dato garanzie del mio sostegno a D’Arienzo già in tempi meno sospetti e, come sempre, ho agito lealmente. Questa è la libertà che tanto viene strombazzata ai quattro venti sui social, salvo poi, concretamente, cercare di imporre le proprie scelte nella vita reale».

Insomma, nessuna scelta di convenienza? Di potere? Nessuna “pagnotta”?

«Ricordo a me stesso che sono organico alla minoranza. Se avessi voluto qualcosa, sarei tornato nella coalizione di maggioranza, accettando gli inviti di quanti in questi giorni mi hanno sollecitato a rientrarvi».

Ma perché a suo tempo, come “La Migliore Calabria”, siete fuoriusciti dalla maggioranza?

«E’ una storia lunga che tutti più o meno conoscete. Una scelta, quella di fuoriuscire, voluta da pochi intimi, a cui mi sono adeguato. Avrà notato che tale decisione ha portato alle dimissioni dal nostro gruppo di ben due consiglieri comunali e un assessore, tre giovani politici perbene, preparati, attivi e appassionati, sempre fedeli alla linea del movimento, che stavolta hanno deciso di andare via. Chiediamoci perché».

Può dirmelo lei?

«Sì, glielo dico io. Perché già al primo consiglio comunale veniva chiesto a noi consiglieri comunali di votare contro il sindaco al fine di metterlo in difficoltà e far capire che La Migliore Calabria era l’ago della bilancia. Questa era la strategia decisa da chi governa il movimento, come già accaduto verso l’ex amministrazione Perrotta. Ma tutti dissero no. Ed i primi eletti andarono via.

Peraltro a nessuno è piaciuta la pratica di contestare ai predecessori la pregressa azione politica e amministrativa, anziché governare con serietà e guardare avanti con onestà intellettuale e lungimiranza. Questa politica di attaccare gli amministratori passati ha dunque contribuito ad alimentare le incomprensioni e la spaccatura dentro La Migliore Calabria.

Io sono stato leale fino alla fine. Mi sono dovuto adeguare alle scelte del gruppo e andare via dalla maggioranza e, mi creda, l’ho fatto davvero a malincuore, avendo lavorato intensamente e messo in cantiere vari progetti, tra cui il restyling del parco Mediterraneo e del parco Avventura, ma anche la battaglia sull’ospedale, che mi ha visto protagonista, ieri e oggi».

Guardando all’ex maggioranza, come vi siete ritrovati in una coalizione con Forza Italia e Fdi?

«Perché chi di dovere aveva intavolato accordi politici ed elettorali, in nome e per conto de La Migliore Calabria, con più gruppi, anche diametralmente opposti, ritrovandosi alla fine da solo e, quindi, l’unica via da seguire era quella di appoggiare Politano, così come è stato fatto.

E chi doveva essere il candidato capolista de La Migliore Calabria nemmeno si è potuto candidare perché non lo ha voluto nessuno. E’ stato rifiutato e lui è stato costretto a fornire un appoggio esterno alla nostra lista.

E’ stato allora che, il sottoscritto, ha ricevuto la preghiera, di sabato, alle ore 9.30, di candidarsi per scongiurare disfatte elettorali. Ed io, da persona leale, ho ancora una volta accettato. I miei cento voti (tutti famigliari) hanno limitato i danni del gruppo ed i 40 tesserati da me portati sono ben lontani dal risibile sostegno che i “generali” di quel movimento hanno dato a La Migliore Calabria.

Parlava poc’anzi di una disfatta? Si riferisce al gruppo Di Natale, vero?

«Quei metodi politici hanno allontanato tutti gli eletti e disgregato un gruppo originariamente forte, portandolo verso la scomparsa. Si dovrebbe avere l’umiltà e la lungimiranza di capire che qualcosa non ha funzionato e che ci si dovrebbe rapportare con umiltà ed empatia alle situazioni e alle persone, anziché imporre scelte e idee e andare avanti a testa bassa, sbattendo contro muri di cemento armato».

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