SAN LUCIDO (Cs) – Venerdì 26 si è svolto in paese l’evento “Le Giornate Amarcord”, la storia del calcio sanlucidano intrecciata con quella dello sport nella provincia di Cosenza e della Calabria e di tanti calciatori che hanno calcato campi prestigiosi, disputando partite di serie A, serie B, Lega Pro, fino alla vecchia quarta serie, oggi “Serie D”.

L’iniziativa è promossa dal comune di San Lucido, in sinergia con la città di Cosenza, nelle persone del sindaco Cosimo De Tommaso e di Mimmo Frammartino, presidente della commissione sport e cultura del comune Cosentino.

Dopo la serata ricordo dedicata agli ex sindaci, dunque, un’altra serata amarcord a San Lucido.

I presenti hanno ripercorso il cammino della squadra di calcio locale negli anni sessanta, culminato con la storica promozione del campionato di serie D nella stagione 68/69.

Presenti gran parte di vecchie glorie del Cosenza Calcio e della Morrone, storica seconda squadra della città di Cosenza ed anche dei paesi tirrenici che in quegli anni militavano nei campionati dilettantistici.

Una serata caratterizzata da cori e inni che hanno trasformato il piccolo teatro di San Lucido in uno stadio calcistico.

Un senso di appartenenza, quello dei sanlucidani, arricchito dalle vecchie glorie cosentine, a dimostrazione di quanto sia forte il legame che ancora oggi stringe San Lucido con il capoluogo di provincia.

Tutto questo lo si è toccato con mano ascoltando le parole del sindaco Cosimo De Tommaso, vecchia gloria del Cosenza calcio oggi alla guida del comune tirrenico.

Per lui il senso di appartenenza è doppio: non ha mai scordato gli anni belli nella sua città di nascita, Cosenza, ma anche per l’amore che sprigiona verso la sua San Lucido.

La presentazione dei vecchi campioni locali è stata affidata all’assessore allo sport di San Lucido Cristian Marchese per fortificare questo legame sanlucidano fra passato e presente.

E via ai ricordi: Gino Sgroi, Franco Macrì, Emilio Petrungaro, Tonino Marinari, Mario Provenzano, Tonino Stancati ed il bomber Carlo Cinelli che ha voluto essere presente, spostandosi dalla lontana Sardegna dove oggi risiede.

Aneddoti, battute e qualche lacrima o groppo in gola, come nel caso di Emilio Petrungaro. Forte emozione è stata registrata quando è stato ricordato chi non c’è più; un boato ha accolto il nome di Pasquale Provenzano che assieme a Cinelli formava una fantastica coppia d’attacco e che è stato ricordato dal figlio Giuseppe.

Una serata da non dimenticare, dunque, che ha dimostrato come il calcio possa legare una comunità a prescindere da posizioni sociali e politiche.

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