Il segretario del Pd di Amantea, Enzo Giacco

AMANTEA (Cs) – Retroscena e verità sul 25 aprile. Durante i festeggiamenti per l’importante ricorrenza, il Partito democratico, seppure non invitato, si è presentato con una propria delegazione in piazza della Resistenza per prendere parte alla manifestazione.

Impossibile non notare i componenti della coalizione di centrosinistra considerando le pochissime persone presenti. Qualcuno, però, ha avviato una campagna denigratoria nei confronti del Partito accusandolo di non essere stato presente all’evento. Da qui l’intervento chiarificatorio della coalizione,

«Vergognoso tentativo perpetrato con la menzogna per colpire l’unico partito di opposizione presente in città»,, si legge nella nota del Pd.

“Vergogna!” «è l’unico modo per bollare la menzogna plateale e le bassezze attraverso le quali si è tentato di minare l’immagine del Partito Democratico di Amantea».

Non è la prima volta che «utilizzando “teste… d’ariete” si promuove questo misero tentativo al suon di illazioni e bugie.
Ma ora il vaso è colmo»

Sono arrivati «ad inventare delle spudorate falsità pur di colpire l’unico partito di opposizione presente in città! Quanto avvenuto nel giorno della Liberazione, infatti, ha dell’incredibile».

Qualche premessa è d’obbligo.

Lo scorso anno «non siamo stati autorizzati dall’amministrazione comunale a svolgere le celebrazioni per il 25 aprile. La nostra richiesta “non aveva avuto esito istruttorio”! (sic!) Quest’anno – anche per scongiurare immagini divisive in questa data così importante per la storia del Paese – speravamo in un momento unitario.

Ma i tentativi interlocutori «non hanno modificato le intenzioni dei soliti che pretendevano l’esclusione del nostro gruppo dalle celebrazioni (alla faccia dei valori della Resistenza!)».

Negli anni «ci siamo spesi per la realizzazione di piazza della Resistenza, della targa commemorativa e abbiamo messo in campo una attività di studio e ricerca per far emergere la partecipazione diretta dei nostri conterranei alla Liberazione».

Ma nulla di tutto ciò «è valso dinnanzi alla censura di pochi!
Ciononostante, una nostra delegazione alle 9.30 si è recata in piazza, per partecipare e anche per dare un messaggio distensivo.
Una piazza vuota, anche nei contenuti! Tant’è che verso le 11.00, come altri, silenziosamente ci siamo allontanati».

Mai, però, «avremmo potuto immaginare quello che sarebbe accaduto nel pomeriggio. Un personaggio alquanto strano e ignoto ai più – che ultimamente si erge a “cane da guardia” di questa amministrazione – lascia partire un’invettiva social verso il Partito Democratico, con toni davvero censurabili, inventando l’assenza del PD»-

Il soggetto «non si è preoccupato di essere in piazza come noi alle 9.30, ma ha raggiunto il luogo delle celebrazioni almeno un’ora dopo. Non si è interrogato sul perché della poca partecipazione. Non si è chiesto per quale motivo alcuni continuano a porre un veto verso il PD. Si è “lasciato andare” (una sorta di incontinenza social) puntando il dito contro il PD reo di essere assente e che, invece, nonostante tutto c’era»-

Il tutto avviene «poco dopo un post del Sindaco con cui rimprovera “stranezza” ad Amantea. Beh, se qui c’è qualcosa di strano ciò non è riconducibile alla città».

Ci sono «tentativi che vanno avanti da mesi atti a piegare la realtà a proprio uso e consumo e offendere le donne e gli uomini del PD con illazioni e menzogne, solo perché qualcuno non è in grado di reggere il confronto politico, perché non le mandiamo a dire, perché abbiamo il ruolo di oppositori nei confronti di questa inconcludente amministrazione comunale, perché diciamo le cose come stanno».

Se qualcuno pensa di «scoraggiarci sbaglia di grosso. Tutte le contraddizioni di questo complesso momento dovranno emergere, colpe e complicità non resteranno celate. Ciò per quanto riguarda la politica».

Per tutto il resto, «vista l’insistenza di certi atteggiamenti e in considerazione delle offese rivolte alle donne e agli uomini della nostra comunità saranno i legali a chiedere la riparazione del danno».

stefaniasapienza@calabrainchieste.it

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