VIBO VALENTIA – «La Corte dei Conti – Sezione Autonomie, ovvero il massimo organo giudiziario contabile competente in materia di enti locali, certifica senza mezzi termini la validità della linea tenuta da questo sindaco, da questa amministrazione, nell’opera di risanamento del bilancio. E non lascia spazio a strumentalizzazioni o a interpretazioni di sorta: il Comune di Vibo Valentia, per come messo nero su bianco dalla Corte, ha prodotto un “miglioramento sostanziale dei conti”».

Non nasconde la sua soddisfazione il sindaco Maria Limardo nel commentare la “Relazione sulla gestione finanziaria degli enti locali – esercizi 2020-2022 (Comuni, Province e Città Metropolitane)”, nella quale la Sezione delle Autonomie della Corte dei Conti dedica un apposito capitolo a Vibo Valentia.

«Mentre tutti auspicavano nei fatti (al di là delle parole) un nuovo dissesto del Comune col solo obiettivo di poter avere gioco facile nell’attaccare questa amministrazione, noi abbiamo ostinatamente perseguito una politica di risanamento che oggi ci dà ragione. E stavolta non è il sindaco a dirlo, non è l’assessore al Bilancio, ma è la Sezione Autonomie della Corte dei Conti, che tra le altre cose richiama la ‘resilienza del Comune, che è andato avanti nel percorso di risanamento fin dall’avvio del mandato».

«Quanto riportato nella relazione è un risultato di cui andare fieri. Se il Comune di Vibo Valentia potrà tornare presto a vedere la luce è grazie a questo lavoro di squadra ed alla convinzione che per curare un malato grave, come dimostrano i fatti, serve un medico serio, non uno improvvisato»

Nella relazione viene infatti indicato come il Comune di Vibo Valentia rappresenti “un caso emblematico” di ente in situazione di squilibrio strutturale nel quale l’intersecarsi di misure adottate per il risanamento e di disposizioni normative in continua evoluzione “potrebbe essere messo a sistema nell’ambito di una riformata disciplina del Titolo VIII del Tuel”.

«Questa è l’ennesima conferma – dichiara ancora il sindaco Limardo – della particolarità, direi anzi dell’unicità, dell’assoluta novità giurisprudenziale del caso di Vibo Valentia nel panorama nazionale, a dispetto di quanti, in maniera frettolosa e pregiudiziale, pur di colpire politicamente questo sindaco si affrettavano a bollare come ‘giustificazioni’ le nostre argomentazioni».

«È la stessa Corte – Sezione Autonomie – a scrivere che “le misure di risanamento hanno prodotto un miglioramento sostanziale dei conti del Comune”, a fronte di una situazione di partenza tutt’altro che agevole. Sempre la Corte afferma: prima della chiusura del dissesto nell’agosto 2021, “l’ente ha attivato una nuova procedura di riequilibrio (aprile 2019), utilizzando formalmente la possibilità concessa dal co. 12 dell’art. 256 del Tuel, ma in realtà, come è accaduto anche per altri Comuni, nel tentativo di sostenere il bilancio riequilibrato, ha ricevuto dal dissesto quella che si è rivelata in seguito una forte passività da smaltire».

La deliberazione dell’Organo straordinario di liquidazione (Osl) di approvazione del rendiconto della gestione, che sancisce la chiusura del dissesto e il ritorno del Comune in bonis, ha infatti trasferito al Comune una massa di residui attivi inesigibili, che l’ente ha dovuto cancellare per intero”.

Ricordando poi che, tra ricorsi e novità normative, la situazione “si è trascinata per molto tempo”, la Corte rammenta come l’amministrazione comunale abbia “attuato le misure del Piano, attualizzandone il contenuto all’evoluzione degli eventi esogeni (tra questi il carico negativo ricevuto dalla chiusura del dissesto e le innovazioni normative introdotte dal legislatore)”, tra i quali viene menzionata anche la “sottoscrizione del Patto con il Governo che assegna al Comune risorse straordinarie”.

Dunque, è la stessa Corte a rimarcare come, d’ora in avanti, bisognerà “tenere conto delle azioni svolte in questo lungo periodo istruttorio”. In primo luogo “dell’attuazione delle misure di risanamento, che non è stato mai interrotto, e che hanno prodotto un miglioramento sostanziale dei conti del Comune”; in secondo luogo, “l’assunzione del Patto con il Governo”; ed infine “la rappresentazione contabile attualizzata del processo in atto, superando le discrasie tra l’originario Piano del 2019, le sopravvenute esigenze istruttorie, il ricalcolo dei saldi di bilancio alla luce degli errori individuali e delle novità intervenute”.

Un altro passaggio fondamentale per comprendere la misura della complessità del caso Vibo è il seguente: “L’approccio formale al percorso di risanamento vede emergere, nel caso di Vibo Valentia, tutte le sue inadeguatezze. Il dissesto non riporta il Comune in bonis, ma trasferisce passività che trascinano il Comune in un nuovo squilibrio”.

“Il riequilibrio – evidenzia ancora la Corte – tende a perdersi in un’istruttoria senza fine, conclusa, nel caso di Vibo Valentia, con la dichiarazione di inammissibilità, nel 2023, del Piano approvato nel 2019”.

Dall’analisi della sequenza procedurale si evince inoltre “uno scarso interesse per lo sforzo attivato dal Comune nel ripristino dell’equilibrio strutturale e la preminenza di aspetti formali, di scarso rilievo per la tutela degli interessi adespoti della comunità amministrata”.

«Questa considerazione – aggiunge dal canto suo il sindaco Limardo – ha portato l’amministrazione a rivendicare un intervento straordinario, convinti come siamo che sia l’unica strada in grado di risollevare l’ente in maniera definitiva da una situazione deficitaria. La Relazione della Sezione Autonomie della Corte dei Conti non fa che avvalorare quanto abbiamo sostenuto da tempo e quanto abbiamo attuato con i fatti, seguendo in maniera ostinata la linea tracciata dall’assessore al Bilancio, Maria Teresa Nardo, che si è confermata vincente. Non posso quindi esimermi dal ringraziare la professoressa Nardo, così come l’Anci che ci è sempre stata vicina al pari dell’unità di supporto dell’Ifel guidata dal professor Francesco Delfino».

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