COSENZA Come anticipato anzitempo, questa mattina, davanti il tribunale di Cosenza si è tenuto il sit in di protesta contro le morti in carcere, definite dagli organizzatori una vera “strage”.

«Dal gennaio 2024 sono 31 i morti in carcere, 1761 quelle totali negli ultimi trent’anni, senza dimenticare le ulteriori 2910 morti per altre cause, tra cui malattie, omicidi e cause da ancora da accertare», ha riferito il presidente della camera penale di Cosenza, Roberto Le Pera.

«È giunto il momento in cui lo Stato di diritto, primo tra tutti, deve ammettere che il carcere, così divenuto, è tortura. Che questo carcere è incostituzionale. Perché questo carcere è pena di morte».

A fare eco alle parole di Le Pera, il Garante regionale dei diritti dei detenuti Luca Muglia. «Un fenomeno allarmante in tutta Italia, anche in Calabria abbiamo registrato due suicidi nei primi due mesi dell’anno e uno alla fine del 2023. Per non parlare degli atti di autolesionismo che sono veramente svariati. Quello che fa più impressione è la percentuale elevatissima nei primi sei mesi di detenzione e negli ultimi sei mesi di carcere».

Questo significa che «sono persone vulnerabili che entrano in carcere e non reggono la prima detenzione, quasi sempre per pene che non superano i quattro anni, e che all’uscita non hanno un percorso di reinserimento, di risocializzazione all’esterno».

L’elenco prosegue senza sosta, al leggio posizionato a pochi passi dall’ingresso de tribunale, gli avvocati leggono nomi e storie di chi ha compiuto l’estremo gesto. 

Articolo PrecedenteAssistenza domiciliare integrata: flussi “taroccati” per avere 30 milioni di euro
Prossimo ArticoloIn consiglio comunale a Reggio Calabria l’ok al bilancio di previsione