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Col dissesto la maggioranza cetrarese ha posto la firma sul proprio fallimento politico e amministrativo

Ora che il danno è fatto la minoranza si è all’improvviso svegliata dal torpore e grida “al lupo al lupo”

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CETRARO (Cs) – La maggioranza comunale, Cambiamo Cetraro, che dal 20 settembre 2020 governa il Comune con la dichiarazione di dissesto, da essa approvata nel burrascoso consiglio comunale del 6 aprile 2024, ha posto la firma sul proprio fallimento politico e amministrativo.

Ma la scure finanziaria, che da qui a breve, si abbatterà sui cittadini per i prossimi cinque anni, non esime la minoranza dalle sue responsabilità politiche.

I consiglieri di minoranza, infatti, a cominciare dall’ex sindaco ed ex consigliere regionale Giuseppe Aieta, e poi l’ex sindaco Angelo Aita, Benedetta Saulo, Gabriella Luciani (poi passata in maggioranza), in questi tre anni e mezzo di amministrazione Cennamo hanno portato avanti un’opposizione a singhiozzo e poco degna di nota.

Forse perché troppo ligi al motto di Aieta sbandierato sin dalla perdita delle amministrative del 2020: “Chi vince governa e chi perde aiuta a governare”. 

E così, forse aderendo a questo originale mantra la minoranza è venuta meno al principio basilare che contraddistingue la sua attività: vigilare sull’operato di chi amministra la cosa pubblica per cercare di evitare disastri.

Ma c’è una strategia politica dietro tutto ciò? È possibile che Aieta abbia, volutamente, attuato una blanda opposizione, insieme, al resto dei consiglieri d’opposizione pur di avere nella sua eventuale lista alle prossime comunali soggetti dell’attuale maggioranza, grandi portatori di voti, per la sua nuova candidatura a sindaco?

Il dubbio c’è. Fatto sta che ora che il danno è fatto la minoranza si è all’improvviso svegliata dal torpore e grida “al lupo al lupo”.

Discorso a parte per il consigliere di minoranza Massimiliano Vaccaro, e per il commissario di Noi Moderati, Pino Losardo, soprattutto quest’ultimo, costante in questi anni di gestione Cennamo nel denunciare duramente la politica finanziaria dell’amministrazione comunale, paventando persino il reato di falso nei bilanci dell’ente per le troppe stranezze e incongruenze in essi presenti.

Non si capisce come mai, a fronte di una massa debitoria di 5 milioni di euro, l’esecutivo invece di cercare soluzioni alternative, o quantomeno, attendere la risposta della Commissione per la stabilità finanziaria degli enti locali (Cofel) del ministero dell’Interno sul piano di riequilibrio finanziario pluriennale (predissesto) abbia all’improvviso, cambiato rotta e spinto l’acceleratore verso dissesto. Salvo poi, come Ponzio Pilato, lavarsi le mani di fronte ai cittadini, facendo ricadere la tutta colpa della sua esclusiva decisione sulla mala gestione della precedente amministrazione.

La coalizione di maggioranza Cambiamo Cetraro, infatti, nella sua recente subito tenuto a precisare che: «La massa debitoria ammonta ad euro 5.075,411,36 riconducibile in parte a sentenze esecutive ed in parte a spese prive di copertura finanziaria (fatture energia elettrica, servizio idrico, ecc.) tutti debiti rinvenienti dalle amministrazioni precedenti». Dimenticando, però che nelle “amministrazioni precedenti” c’erano anche alcuni degli attuali amministratori.

La richiesta al ministero dell’Interno con il piano di riequilibrio finanziario pluriennale, era stata inviata nell’ottobre 2021 nel tentativo di scongiurare il dissesto. Ad oggi il predissesto del Comune di Cetraro, aggiornato a febbraio 2022, è ancora nella fase istruttoria.

Le ultime notizie, estrapolate dal sito del ministero dell’Interno, Dipartimento per gli affari interni e territoriali, risalgono al 26 settembre 2023, alla seduta straordinaria della Commissione per la stabilità finanziaria degli Enti locali, presieduta dalla Sottosegretaria Wanda Ferro, che tra i vari atti ha esaminato anche i piani di riequilibrio finanziario pluriennale di Palermo e Cetraro.

Dall’approvazione in consiglio comunale nel gennaio 2021 del piano di riequilibrio pluriennale l’ente, pur oberato dai debiti, invece di seguire le raccomandazioni dell’allora revisore dei conti, Antonio Ruperto, di contenere il più possibile tutte le spese, proprio per scongiurare il dissesto ha sborsato soldi per il lavoro straordinario del personale, per il contenzioso, e ben 12.000 euro ad un esperto per la redazione del Piano di risanamento dei debiti. Che a quanto pare a poco è servito visti i risultati.

Ci si chiede, a questo punto, perché l’amministrazione comunale invece di aspettare la risposta del ministero all’anzidetto piano, fornendo delucidazioni e ulteriori documentazioni richiesti, di punto in bianco ha preferito il dissesto?

Forse la paura di perdere le indennità prima della naturale conclusione della legislatura a causa delle dimissioni dell’intera giunta?

Intanto si registrano le dimissioni da presidente del consiglio comunale dell’avvocato Giovanni Rossi, perché come ha spiegato in un video sul suo profilo social, Cambiamo Cetraro con la scelta del dissesto ha fallito la realizzazione del programma politico e per i pasticci e ritardi nella presentazione del piano del riequilibrio finanziario pluriennale.

Le conseguenze della decisione, sicuramente frettolosa, pasticciona e poco ponderata del dissesto, ricadranno, pesantemente sulla comunità che sarà ulteriormente oppressa da tasse ai massimi livelli e limitazioni varie che condizioneranno fortemente lo sviluppo economico e sociale del paese. I cittadini pretendono risposte.

fiorellasquillaro@calabriainchieste.it

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