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“Design Talk” all’Università Mediterranea: strategie e progettualità per i territori

Il sindaco Versace: «Bellezza e funzionalità siano bussola per la pianificazione e la cura degli spazi pubblici e dei beni comuni»

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REGGIO CALABRIA – L’Aula magna Quaroni dell’Università Mediterranea ha ospitato “Design Talk” il format di ADI Calabria che mira a costruire momenti di riflessione attorno al valore culturale, strategico ed economico del progetto nei territori e per i territori.
L’evento è stato organizzato da ADI Calabria, presente il delegato regionale Francesco Alati, in collaborazione con il Dipartimento PAU dell’Università Mediterranea, l’Ordine degli Architetti PPC di Reggio Calabria e l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria.

Un’occasione di riflessione e confronto tra professionisti di settore sul ruolo strategico del design quale strumento di progettualità territoriale. Il design non solo come vezzo stilistico o virtuosismo effimero, dunque, ma opportunità concreta di “tradurre” i caratteri stessi dei luoghi.

All’evento è intervenuto anche il sindaco metropolitano facente funzioni Carmelo Versace il quale ha rappresentato l’espressa volontà politica di inserire, tra le figure necessarie e funzionali all’Ente nella propria pianta organica, anche quella del designer, figura che può rappresentare un valido supporto nelle politiche di programmazione che un Ente di secondo livello propone nei confronti del territorio.

«Credo che le istituzioni in passato siano rimaste troppo ferme rispetto ad una questione che, nei nostri territori, è di assoluto rilievo – ha affermato Versace – quella della gradevolezza e dell’armonia dei luoghi esterni ed interni. In questi anni abbiamo avviato un processo di recupero che punta al rilancio identitario del nostro territorio, partendo dalle sue peculiarità, e rilanciando una visione di sviluppo armonico e sostenibile, in linea con una vocazione di una terra che storicamente ha fatto vanto della sua bellezza naturalistica, oltre che della sua posizione geografica strategica».

«Non possiamo più permetterci di procrastinare quello che è un bisogno non meno rilevante dell’aspetto funzionale, ad esempio, di una struttura pubblica. Dobbiamo educarci ed educare al bello non in modo retorico ma con atti concreti. La nostra scelta di supportare, nel tempo, manifestazioni come la Biennale dello Stretto, ad esempio, che va inequivocabilmente in questa direzione, ma vogliamo andare oltre e l’idea di inserire la figura di un designer nel nostro Ente per la pianificazione degli interventi e la cura degli spazi pubblici e degli ambienti istituzionali, con quello che vuole essere un gesto confermativo di questo indirizzo intrapreso».
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