Mario Casalinuovo

CATANZARO – «Apprezzo molto l’iniziativa organizzata da Aldo Casalinuovo in ricordo della preclara figura del padre, onorevole Mario Casalinuovo, che è impressa nella memoria collettiva non solo in Calabria».

Così Giacomo Mancini, deputato al parlamento nella XIV e XV legislatura ha dichiarato in una nota.

E, ancora: «Mario è stato un alfiere del socialismo calabrese e italiano, un grande avvocato e un uomo che ha servito con disciplina e onore le istituzioni che è stato chiamato a rappresentare dal suffragio degli elettori».

Si iscrisse «al partito socialista nel 1945. Furono quelli del primo dopo guerra gli anni in cui iniziò un lungo percorso politico in cui Mario intrecciò la strada con mio nonno Giacomo, prima nel partito (nel 1965 fu chiamato a guidarne la federazione di Catanzaro) e poi in Parlamento dove fu eletto nel 1979 (fu il primo deputato socialista di Catanzaro eletto nel dopoguerra) e nel 1983».

Nonostante Mario, all’interno del partito «si collocò su una linea differente da quella mio nonno – aderì infatti alle correnti di Francesco De Martino prima e di Bettino Craxi poi – tra i due non fu mai smarrito il senso del rispetto e della stima reciproca, dimostrazione di una sostanza umana che purtroppo sembra essersi perso nello scenario politico attuale».

Casalinuovo è stato «fattivo e capace uomo di governo: prima nel 1975 come assessore ai lavori pubblici della Regione Calabria e poi, nel 1981 come sottosegretario ai lavori pubblici e nel 1982 come ministro dei Trasporti. Legatissimo a Catanzaro, la sua amata città. Fu nel 1970 il primo storico presidente del Consiglio regionale della Calabria e più volte consigliere comunale della città».

Ricordarlo quest’anno «è un’operazione importante sotto il profilo politico e culturale – prosegue Mancini – anche perché questa meritoria iniziativa avviene in coincidenza con il centenario della brutale uccisione di Giacomo Matteotti, il martire socialista che sfidò con immenso coraggio il fascismo e le sue violenze fino a sacrificarne la propria stessa vita».

Anche Mario, come del resto Giacomo «e come molti socialisti e democratici di quella generazione, ha conosciuto la violenza fascista. Casalinuovo da giovane guardiamarina, fu catturato dai nazisti presso l’isola di Brioni, e visse la drammatica esperienza della prigionia, dapprima nel campo di concentramento di  Markt Pongau e poi ad Imst, entrambi in Austria».

Infine: «La Calabria intera è orgogliosa di questi suoi figli e – conclude Mancini – Catanzaro deve essere particolarmente onorata di aver dato i natali a Mario Casalinuovo, un uomo dalla grande dirittura morale che ha dedicato la sua vita alla professione forense, alle istituzioni e al socialismo».

stefaniasapienza@calabriainchieste.it

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